Una canzone dei dEUS

(AP Photo/Keystone, Laurent Gillieron)
(AP Photo/Keystone, Laurent Gillieron)

Altre cose, ma propedeutiche. Martedì prima di dire della canzone di Rickie Lee Jones, avevo raccontato di come Glen Hansard la sera prima avesse concluso il concerto con la formidabile Hotellounge dei Deus. Con imperdonabile sbadataggine mi era però sfuggita l’apprezzabile coincidenza per cui un verso di Hotellounge dice “I’m in love with Rickie Lee Jones’ voice”.
(c’è una bella versione di Hotellounge di Adem, in cui lui però dice “I’m in love with Emmylou Harris’ voice”.

Secret hell
I Deus si formarono nel 1991. Su Playlist li avevo riassunti così.

Belgi. Sono belgi, di Anversa. Una rock band belga, con un debole per i violini: e tra le migliori rock band europee degli ultimi quindici anni. In equilibrio tra frastuoni punk e gentilezze melodiche perfette. La di è minuscola, per logo aziendale.

(Poi di questa cosa della di anche chissenefrega, in effetti). Comunque, hanno fatto cose molto belle, e soprattutto nei primi due dischi. Il loro leader e maggiore animatore si chiama Tom Barman (venne in radio a Condor nel 2008 e gli facemmo cantare un paio di cose, questa la registrammo allora). L’ultima canzone di Worst case scenario ha un sacco di bellezze dentro: il modo bisbigliato e rarefatto con cui comincia, la melodia dolcissima dopo un minuto con cui entra la canzone vera e propria, il refrain che si evolve dall’inizio alla fine, i due colpi di batteria quando diventa una gran ballata rock, e il suono delle parole (“sometimes I lose my head, I don’t know nothing”), e il modo in cui lui le dice. E quel violino/cigolio alla fine.

But don’t I only scare myself?

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