La Corte penale internazionale aprirà un’inchiesta sui presunti crimini del Myanmar contro la minoranza musulmana dei rohingya

Un campo di rifugiati in Bangladesh, agosto 2019 (AP Photo/Mahmud Hossain Opu)
Un campo di rifugiati in Bangladesh, agosto 2019 (AP Photo/Mahmud Hossain Opu)

La Corte penale internazionale (ICC) aprirà un’inchiesta sui presunti crimini contro l’umanità commessi dal Myanmar contro la minoranza musulmana dei rohingya. Il Myanmar non fa parte dell’ICC , ma lo scorso anno il tribunale aveva stabilito la propria giurisdizione sulla vicenda dei rohingya perché il Bangladesh, dove ora si trova la maggior parte dei rifugiati rohingya, è membro della Corte.

La crisi in Myanmar era cominciata nell’agosto del 2017 con gli scontri tra l’esercito birmano e i ribelli rohingya nello stato del Rakhine, nell’ovest del paese, vicino al Bangladesh. Nel giro di poche settimane centinaia di migliaia di civili – si parla di 730 mila persone – erano stati costretti a lasciare le loro case, avevano superato il confine con il Bangladesh e si erano rifugiati nei campi profughi vicini alla frontiera. Le violenze commesse dai soldati birmani e dall’esercito – i cui vertici, secondo l’ONU, dovrebbero essere processati – sono state enormi: uccisioni indiscriminate, incendi di interi villaggi e stupri diffusi e sistematici. Il maggio del 2018, a nove mesi dall’inizio dell’esodo, è stato il mese in cui le donne rohingya hanno cominciato a partorire i bambini nati da quelle violenze sessuali.