L’impiegato delle poste che lo scorso agosto aveva stuprato e ucciso una studentessa di Città del Capo è stato condannato a tre ergastoli

La manifestazione contro la violenza sulle donne fuori dal parlamento, Città del Capo, 5 settembre
(EPA/NIC BOTHMA/ansa)
La manifestazione contro la violenza sulle donne fuori dal parlamento, Città del Capo, 5 settembre (EPA/NIC BOTHMA/ansa)

L’uomo che lo scorso agosto aveva stuprato e ucciso una studentessa di Città del Capo è stato condannato a tre ergastoli. Il femminicidio di Uyinene Mrwetyana, che aveva 19 anni e che era scomparsa mentre andava a ritirare un pacco presso l’ufficio postale locale, aveva dato il via a grandi manifestazioni di protesta in tutto il Sudafrica, contro la violenza sulle donne e contro l’incapacità del governo di affrontare il problema. Qualche giorno dopo la sua scomparsa, il corpo di Uyinene Mrwetyana era stato ritrovato: Luyanda Botha, un impiegato delle poste, era stato arrestato e in tribunale aveva confessato di averla violentata e picchiata all’interno dell’ufficio, che si trova proprio accanto a una stazione di polizia.

Ogni giorno in Sudafrica, dicono i dati ufficiali, vengono commesse almeno 137 aggressioni sessuali. Qualche giorno fa la ministra delle Donne, Maite Nkoana-Mashabane, ha detto che soltanto lo scorso agosto più di 30 donne sono state uccise dai loro mariti e compagni.