• Mondo
  • Mercoledì 23 ottobre 2019

Un reality show australiano dovrà pagare un indennizzo lavorativo a una concorrente

Aveva sofferto di disturbi psicologici durante la sua partecipazione, e un giudice ha stabilito che dovrà essere risarcita dalla produzione come un qualsiasi altro lavoratore

Nicole Prince (a sinistra) e Fiona Taylor (a destra)

(Channel 7)
Nicole Prince (a sinistra) e Fiona Taylor (a destra) (Channel 7)

Il canale televisivo australiano Channel 7 dovrà risarcire la concorrente di un reality show per i danni psicologici subiti durante le riprese del programma. Lo ha deciso un giudice della Commissione per gli indennizzi dei lavoratori del New South Wales, che ha accolto il reclamo di Nicole Prince, concorrente del reality show House Rules, giudicando la sua partecipazione al programma equiparabile a una prestazione lavorativa.

House Rules è un programma molto popolare in Australia, in cui sei coppie ristrutturano e giudicano a vicenda le proprie case, per vincere un premio finale di alcune centinaia di migliaia di dollari australiani (nell’ultima stagione, la settima, il premio è stato di 250mila dollari australiani, circa 150mila euro). Nicole Prince aveva partecipato – insieme all’amica Fiona Taylor – alla quinta stagione del programma, in cui erano in palio 200mila dollari australiani (circa 120mila euro). Dopo la trasmissione del reality show, nell’aprile del 2017, Prince fece richiesta a Channel 7 perché le riconoscesse un indennizzo lavorativo, sostenendo che dopo la realizzazione del programma avesse iniziato a soffrire di depressione, ansia e disturbo da stress post-traumatico, accusando la produzione di House Rules di averla «sistematicamente isolata» e di averla fatta bullizzare dagli altri concorrenti.

Prince sostenne che i produttori dissero a lei e alla sua amica Fiona di essere molto dure nei confronti degli altri concorrenti, in modo da assumere la parte dei personaggi “cattivi”. Per questo motivo erano state oggetto di critiche e minacce, anche fisiche, sui social network. «Dopo che il mio episodio era andato in onda volevo uccidermi, e ho iniziato a bere sempre più alcol per cercare di curarmi da sola», aveva detto Prince. La compagnia assicurativa di Channel 7, però, rifiutò di concedere un indennizzo a Prince, sostenendo che la donna non fosse una dipendente del canale televisivo ma una concorrente in gara per vincere 200mila dollari australiani, e che quindi non ci fosse un rapporto lavorativo tra le due parti.

Dopo il rifiuto di Channel 7, Prince fece ricorso alla Commissione per gli indennizzi dei lavoratori, che ora le ha dato ragione. Il giudice Cameron Burge ha infatti accolto il ricorso presentato da Prince, sostenendo che tra Channel 7 e Prince ci fosse un rapporto equiparabile a quello lavorativo. Secondo il giudice, il fatto che i partecipanti ricevessero 500 dollari a settimana e 500 dollari ulteriori durante le riprese del programma, e che la produzione del programma potesse decidere quali vestiti far indossare o meno ai partecipanti, sarebbe una prova del rapporto lavorativo che esisteva tra Prince e Channel 7.

Burge ha aggiunto che la produzione del programma aveva montato le scene in cui era presente Prince in modo da farla apparire negativamente, e ha giudicato “incredibile” che la produzione non avesse fatto nulla per rimuovere i commenti d’odio pubblicati sulle sue pagine social. Channel 7 dovrà quindi pagare ora i costi per le cure mediche e per la riabilitazione psicologica di Prince, ma la cifra esatta dell’indennizzo non è stata comunicata.