• Libri
  • Mercoledì 9 ottobre 2019

Le scommesse sul prossimo premio Nobel per la Letteratura

Domani sarà assegnato quello del 2019 insieme a quello del 2018: dei 10 autori più quotati dagli scommettitori, 6 sono donne

La poetessa canadese Anne Carson, il 6 marzo 2018 (Craig Barritt/Getty Images for The Shed)
La poetessa canadese Anne Carson, il 6 marzo 2018 (Craig Barritt/Getty Images for The Shed)

Quest’anno di premi Nobel per la Letteratura ce ne saranno due, anche se formalmente uno dei due sarà quello del 2018 che l’anno scorso non era stato assegnato per lo scandalo di molestie sessuali che aveva coinvolto l’Accademia Svedese, l’ente che sceglie il vincitore. Tuttavia la società di scommesse britanniche Unibet, che oltre che di eventi sportivi si occupa anche di premi Nobel (almeno quelli un po’ più facili da azzeccare, come quello per la Pace o la Letteratura) ha accettato puntate solo sul vincitore del 2019. Abbiamo messo insieme qualche informazione sui dieci scrittori su cui si è scommesso di più, se volete provare a fare un “toto Nobel” con i vostri amici in attesa di domani, quando saranno annunciati sia il vincitore di quest’anno che quello dell’anno scorso.

Un’osservazione generale sui nomi della lista, in cui non c’è nessun italiano, è che ci sono soprattutto scrittrici, in controtendenza rispetto alle liste degli anni scorsi ma in linea con la maggiore attenzione nei confronti di autrici e artiste che c’è stata negli ultimi anni in tanti ambiti. Nella sua storia, iniziata nel 1901, il premio Nobel per la Letteratura è stato assegnato a un uomo per 100 volte, a una donna per 14. La prima a vincerlo fu la svedese Selma Lagerlöf, nel 1909, l’ultima la bielorussa Svetlana Alexievich, nel 2015. L’età media degli scrittori premi Nobel al momento dell’assegnazione del premio è 65 anni.

Come viene assegnato il premio Nobel per la Letteratura
Prima di passare alla lista degli scrittori su cui si scommette di più, vale la pena fare una piccola premessa sulle novità di quest’anno. Da sempre il premio Nobel per la Letteratura viene assegnato all’autore o all’autrice che «nel campo della letteratura mondiale si sia maggiormente distinto per le sue opere in una direzione ideale»: è dunque un premio alla carriera in un certo senso, e non per una singola opera. Ogni anno vengono proposte decine di candidati dai membri dell’Accademia Svedese, dai docenti di letteratura delle principali università del mondo e dai presidenti di importanti istituzioni linguistiche, entro il primo febbraio. In primavera viene creata una lista preliminare con 20 nomi al massimo, e una successiva selezione porta a una riduzione: quest’anno era di 8 nomi di autori le cui opere sono state studiate nel corso dell’estate dai membri dell’Accademia.

Tra i selezionati, a ottobre viene scelto il vincitore del Nobel, che riceve un premio di circa 875mila euro durante la cerimonia prevista per dicembre. Di solito nelle quotazioni si trovano scrittori dati per favoriti da anni, come il giapponese Haruki Murakami, ma non sono quasi mai quelli che vincono.

In un video diffuso la settimana scorsa Anders Olsson, presidente della commissione per i Nobel dell’Accademia Svedese, ha detto che i criteri di scelta del vincitore sono cambiati spiegando che ora la scelta è meno eurocentrica che in passato, e meno orientata verso gli uomini. Potrebbe essere un indizio su cosa succederà domani, ma non è detto.

La lista dei nomi dei candidati non viene resa nota prima di 50 anni dall’assegnazione del premio – il prossimo gennaio saranno rivelati i nomi dei candidati del 1969, quando vinse il drammaturgo irlandese Samuel Beckett – e per questa ragione non ci sono dati certi su cui basarsi per indovinare il vincitore, anche se in passato si è capito che alcuni nomi dei candidati erano stati diffusi al di fuori dell’Accademia. L’ultimo premio Nobel per la letteratura assegnato, quello del 2017, era stato vinto dallo scrittore britannico di origine giapponese Kazuo Ishiguro, autore, tra gli altri, dei romanzi Non lasciarmi e Quel che resta del giorno.

Anne Carson
L’autrice su cui si è scommesso di più è Anne Carson, una poetessa e saggista canadese di 69 anni. È anche una professoressa universitaria di lettere classiche, in particolare di letteratura greca antica. Le sue opere sono molto particolari, spesso sperimentali. Ad esempio, Nox, pubblicato nel 2010, è una scatola che contiene un blocco di fogli a fisarmonica su cui si possono vedere fotografie, collage, disegni e leggere poesie: tutto ha a che fare con la morte del fratello di Carson, Michael, di cui lei fu informata due anni dopo che avvenne perché da anni non era in contatto con lui e la sua vedova non era riuscita a trovare il suo numero di telefono.

In italiano sono stati tradotti tre dei suoi libri. Antropologia dell’acqua (1995) è una raccolta di testi di tipo diverso – saggi, diari, appunti di viaggio, racconti, ma anche citazioni – accomunati dallo stesso tema: una riflessione sulla natura liquida del linguaggio. Qualche mese fa poi è uscito The Albertine Workout (2014), un libricino che raccoglie 59 brevi appunti (che possono considerarsi «frammenti poetici») presi da Carson durante la lettura di Alla ricerca del tempo perduto di Marcel Proust a proposito del personaggio di Albertine, la donna amata dal protagonista. Ci sarebbe anche Autobiografia del rosso (1998), riscrittura del mito greco di Eracle e Gerione, che però è fuori catalogo.

L’ultima (e prima) persona canadese a vincere il Nobel per la Letteratura è stata la scrittrice Alice Munro, nel 2013. Carson è data a 5 da Unibet: puntando 10 euro in caso di una sua vittoria se ne otterrebbero 50.

Margaret Atwood
Fino a qualche giorno fa era al nono posto nella classifica degli autori su cui si scommetteva di più, poi è salita fino al secondo posto. È anche uno dei nomi più famosi della lista: di lei si è parlato molto negli ultimi anni perché è l’autrice di Il racconto dell’ancella (1985), The Handmaid’s Tale in inglese, da cui è stata tratta la serie tv omonima, quella della società teocratica distopica in cui i compiti delle donne si esauriscono tra la cura della casa e il partorire bambini. È quella delle donne vestite di rosso con grandi cuffie bianche, un costume che è stato spesso usato in manifestazioni femministe di tutto il mondo. Di recente è uscito il seguito del romanzo, I testamenti: qui potete leggerne un estratto. Invece qui potete leggere qualcosa in più sugli altri libri più noti di Atwood, che non c’entrano nulla con le ancelle.

Come Anne Carson, Margaret Atwood è canadese. Ha 79 anni ed era già nella lista degli autori su cui si scommetteva per il Nobel nel 2017, al terzo posto. È data a 6.50.

Margaret Atwood, il 21 agosto 2019, a Toronto (Arthur Mola/Invision/AP)

Maryse Condé
L’anno scorso, dato che il Nobel non è stato assegnato, i librai svedesi avevano organizzato un premio letterario alternativo, il New Academy Prize in Literature, la cui giuria fu poi sciolta a dicembre, dopo l’assegnazione del premio basata su voti provenienti da tutto il mondo. A vincerlo fu Maryse Condé, che è anche tra le favorite nelle scommesse di quest’anno: è una scrittrice della Guadalupa, un territorio d’oltremare francese nei Caraibi. Ha 82 anni ed è un’autrice di romanzi storici. Il più famoso è Segù, ambientato nel Seicento in Mali, ai tempi dell’impero Bambara. In italiano di recente sono stati pubblicati altri suoi libri, tra cui l’autobiografia La vita senza fard e i romanzi Io, Tituba, strega nera di Salem, che racconta la storia di una schiava ai tempi dei processi contro le “streghe” di Salem, e La vita perfida, la storia di una famiglia di ex schiavi neri nel Novecento.

Unibet la dà a 7.50.

Maryse Condé durante la cerimonia di premiazione del New Academy’s Literature Prize, a Stoccolma, il 9 dicembre 2018, (Christine Olsson / TT / Kod 10430 via AP Images)

Olga Tokarczuk
È una scrittrice polacca di 57 anni. Nel 2018 si parlò di lei nel mondo dei libri internazionale perché vinse il Man Booker International prize, l’importante premio letterario dedicato alla narrativa tradotta in inglese nel Regno Unito, con I vagabondi, pubblicato in Italia da Bompiani quest’anno. È un romanzo che mescola realtà e finzione e racconta, tra le altre, la storia della sorella di Fryderyk Chopin, che portò il cuore del musicista polacco da Parigi a Varsavia, quella dell’anatomista olandese scopritore del tendine di Achille e di un bambino nigeriano che fu portato alla corte imperiale austriaca come mascotte e dopo la morte impagliato per essere esposto: il tema comune di tutte le storie è la vita nomade. Tokarczuk è anche un’editrice ed è membro del partito dei Verdi polacco.

È data a 8 da Unibet.

Olga Tokarczuk dopo aver vinto il Man Booker International prize del 2018 per “I vagabondi”, a Londra, il 22 maggio 2018 (Matt Crossick/PA Wire)

Ljudmila Ulickaja
Risalita dal sesto al quinto posto negli ultimi giorni, è una scrittrice russa di origine ebraica. Ha 76 anni. Quando ancora c’era l’Unione Sovietica, perse il suo lavoro all’Accademia delle Scienze dell’Unione Sovietica, per aver diffuso libri proibiti, i cosiddetti samizdat; molte sue opere parlano delle persecuzioni durante lo stalinismo. Molti suoi libri sono stati tradotti in italiano, il più recente è Il sogno di Jakov, pubblicato dalla Nave di Teseo l’anno scorso: racconta la storia di una donna che si trova a leggere le lettere scambiate dalla nonna con il marito – lo Jacov del titolo – in gioventù e che oltre alla loro storia personale ripercorrono quella della Russia nel Novecento.

Unibet dà Ulickaja a 9, come il successivo scrittore della lista.

Ljudmila Ulickaja, il 18 febbraio 2016 (Vit Simanek/CTK via AP Images)

Ngũgĩ wa Thiong’o
Il primo uomo della lista è lo scrittore keniota Ngũgĩ wa Thiong’o, noto anche come James Ngugi. È ritenuto uno dei più importanti scrittori africani viventi e già nel 2014 era dato tra i favoriti al premio Nobel per la Letteratura. Ha 81 anni e scrive sia in inglese che in kikuyu, una lingua del Kenya. Il suo primo romanzo (scritto in inglese) fu tradotto in italiano nel 1975 da Jaca Book con il titolo Se ne andranno le nuvole devastatrici. L’ultimo suo libro pubblicato in Italia, o meglio ri-pubblicato, è Un chicco di grano, un romanzo ambientato all’epoca dell’indipendenza del Kenya, avvenuta nel 1963.

È dato a 9 da Unibet, a pari merito con Ulickaja.

NGUGI

Ngũgĩ wa Thiong’o nel 2015 (TONY KARUMBA/AFP/Getty Images)

Haruki Murakami
È lo scrittore giapponese contemporaneo di maggior successo: è apprezzato anche da persone che non leggono tantissimo e i suoi libri vendono molto. Ha 70 anni, i suoi libri sono tradotti in cinquanta lingue e hanno venduto milioni di copie. Una delle cose che più caratterizza la narrativa di Murakami è che ritornano sempre certe cose, come i gatti, la musica jazz, minuziose descrizioni di persone che cucinano, nomi particolari che hanno significati strani per i giapponesi e passaggi segreti, tra le altre cose. C’è poi un certo grado di surrealismo o “realismo magico”: capitano spesso cose strane o soprannaturali che i personaggi e i lettori non riescono mai a capire fino in fondo, e questa è una delle cose che più hanno contribuito al suo successo. I suoi ultimi due libri sono la prima e la seconda parte del romanzo L’assassinio del commendatore.

È dato a 11 da Unibet, a pari merito con i tre autori successivi della lista.

Haruki Murakami firma una copia del suo romanzo “L’assassinio del commendatore”, il 3 novembre 2018 (AP Photo/Eugene Hoshiko)

László Krasznahorkai
Viene considerato dalla critica uno dei più importanti autori ungheresi viventi e ha 65 anni. Nel 2015 vinse l’importante premio Man Booker International, che all’epoca era ancora un premio alla carriera e non per un singolo libro. Da quando si è cominciato a parlare di lui come di un possibile vincitore del Nobel (dal 2015 appunto) vari suoi libri sono stati pubblicati in italiano da Bompiani. I più noti sono Santantango (1985), che parla di un inaspettato ritorno in una fattoria collettiva alla fine del comunismo, e Melancolia della resistenza (1989), in cui c’è un circo che porta nella campagna ungherese una balena imbalsamata; da entrambi sono anche stati tratti dei film dal regista Béla Tarr.

Come Murakami, Krasznahorkai – che si pronuncia circa “Krosnaorcaie” – è dato a 11.

László Krasznahorkai, dopo aver vinto il Man Booker International prize, a Londra, il 19 maggio 2015 (AP Photo/Matt Dunham)

Marilynne Robinson
L’ultimo americano a vincere il Nobel per la Letteratura è stato Bob Dylan nel 2016: la scrittrice Marylinne Robinson sarebbe stata una scelta molto più tradizionale.

È considerata una degli autori più importanti della letteratura americana contemporanea nonostante una carriera letteraria insolita: pubblicò un romanzo, Le cure domestiche, nel 1980 e poi solo saggi fino al 2004, quando uscì il primo romanzo della trilogia di Gilead, vincitore del Pulitzer per la narrativa di quell’anno; gli altri due sono arrivati nel 2008 e nel 2014. Le cure domestiche racconta la (malinconica) storia di due sorelle, prima bambine e poi giovani donne, che vivono in una famiglia di sole donne, madri, figlie e sorelle, che tendono ad abbandonare le persone che amano. La trilogia di Gilead invece racconta la vita di alcuni personaggi che vivono in un paesino dell’Iowa negli anni Cinquanta e parla molto di fede.

Come Murakami e Krasznahorkai è data a 11 da Unibet.

Marilynne Robinson, dopo aver vinto l’Orange Prize for Fiction, il 3 giugno 2009 a Londra (Frantzesco Kangaris/Getty Images)

Péter Nádas
Anche il decimo autore su cui si è scommesso di più è ungherese: Péter Nádas è di origine ebraica e sta per compiere 77 anni. L’inizio della sua vita fu piuttosto complicato per lui e per la sua famiglia dato che all’epoca della sua nascita l’Ungheria era occupata dai nazisti; poi a 16 anni rimase orfano. Per il suo romanzo autobiografico Libro di memorie (1986) è stato paragonato a Marcel Proust. Il suo ultimo romanzo, Vite parallele, è diviso in tre parti, la prima delle quali uscirà a breve in italiano pubblicata da Bompiani: mette insieme tante storie indipendenti in un’unica narrazione che gira attorno a due famiglie, una ungherese e una tedesca.

Come Murakami, Krasznahorkai e Robinson è dato a 11 da Unibet.

Péter Nádas alla fiera del libro di Francoforte, nell’ottobre 2017 (Jan Haas/picture-alliance/dpa/AP Images)

Gli altri
Tra gli altri autori su cui si è scommesso di più su Unibet (anche se meno rispetto a quelli elencati finora) ci sono il siriano Adunis, la cinese Can Xue, l’australiano Gerald Murnane, il norvegese Jon Fosse, il rumeno Mircea Cartarescu, il cinese Yu Hua, l’albanese Ismail Kadaré, lo spagnolo Javier Marías, il ceco-francese Milan Kundera, l’austriaco Peter Handke, la giapponese Yoko Tawada, l’argentino César Aira, lo svizzero-cinese Yang Lian, il sudcoreano Ko Un, il nicaraguense Ernesto Cardenal e infine – ma senza crederci troppo, a 251 – George R. R. Martin, l’autore dei libri da cui è stata tratta Game of Thrones.