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  • Mercoledì 2 ottobre 2019

In Russia si beve sempre meno

Negli ultimi anni sono state introdotte misure molto repressive per limitare il grande consumo di alcolici, e i benefici si iniziano a vedere

(AP Photo/Mike Groll)
(AP Photo/Mike Groll)

La Russia è conosciuta per essere uno dei paesi con il maggior consumo di alcol al mondo, in particolare di vodka, e questa abitudine è tra le principali cause della bassa aspettativa di vita dei cittadini russi. Negli ultimi anni però le cose sono iniziate a cambiare e il consumo di alcol tra i cittadini russi è drasticamente diminuito, anche grazie a politiche molto repressive introdotte dal governo.

Secondo un recente rapporto pubblicato dall’Organizzazione mondiale della sanità (OMS), il consumo pro capite annuo di alcol in Russia è diminuito del 43 per cento tra il 2003 e il 2016, arrivando a 11,7 litri di alcol puro consumati all’anno da ogni persona con più di 15 anni. In questi anni, inoltre, il tasso di mortalità è diminuito del 39 per cento tra gli uomini e del 36 per cento tra le donne, e l’aspettativa di vita ha raggiunto il suo massimo storico nel 2018, raggiungendo i 68 anni per gli uomini e i 78 anni per le donne.

Il consumo pro capite annuo di alcol in Russia è ancora piuttosto alto – la media europea è di 9,8 litri pro capite all’anno – ma il calo è una conseguenza degli sforzi del governo per limitarne il consumo nel paese. L’OMS scrive infatti che questo risultato è stato raggiunto grazie alle graduali politiche adottate nel corso degli anni per disincentivare il consumo di alcol in Russia. Tra gli anni Settanta e Novanta il governo sovietico, soprattutto con Michail Gorbaciovadottò alcune misure per diminuire la produzione di alcol, ma con il crollo dell’Unione Sovietica, la conseguente fine del monopolio dello stato russo sulla produzione e sulla vendita delle bevande alcoliche e con la maggiore importazione di bevande alcoliche dall’estero, il consumo riprese forza, arrivando nel 1994 a provocare problemi legati all’alcol a più di 150mila persone.

Il primo decisivo cambiamento avvenne l’anno seguente, quando il parlamento russo approvò una legge federale (la n. 171) che aveva inizialmente solo l’obiettivo di contrastare la produzione e la commercializzazione di alcol di contrabbando. Nel 1996 venne anche alzato il prezzo minimo di vodka al litro, ma la misura rimase per molti anni inapplicata. I provvedimenti più importanti arrivarono solo dopo il 2000, con la costituzione della Rosspirtprom, un’azienda produttrice di alcol controllata dallo stato. A partire dal 2004 venne vietata la pubblicità a diversi tipi di prodotti alcolici e aumentarono le pene per chi fosse stato scoperto alla guida in stato di ebbrezza.

Tra il 2005 e il 2006 il parlamento approvò, inoltre, una serie di emendamenti alla legge n. 171 che aumentarono in modo significativo il capitale azionario minimo richiesto alle aziende per produrre alcol, cosa che causò il fallimento di vari piccoli produttori: queste società vennero rilevate da aziende più grandi, tra cui Rosspirtprom. Gli emendamenti, inoltre, aumentarono le accise sulle bevande alcoliche e introdussero la possibilità per le autorità delle varie repubbliche federali di imporre limiti alla vendita di bevande con più del 15 per cento di alcol: questo fece sì che in alcune zone fosse vietata la vendita di alcol di sera, e in altre no.

Ulteriori misure vennero prese a partire dal 2011, quando venne alzato il prezzo minimo per ogni grado di alcol per litro per le bevande con più del 28 per cento di alcol (quindi soprattutto i superalcolici come la vodka). Il prezzo venne aumentato gradualmente ogni anno, tranne nel 2015 quando venne temporaneamente abbassato. Nel 2012, inoltre, venne approvata una legge federale che impose il divieto di vendita di bevande alcoliche tra le 23 e le 8. Venne anche introdotto il divieto di consumo di bevande alcoliche in alcuni luoghi pubblici (come stadi e mezzi di trasporto): il divieto negli anni successivi venne ampliato e oggi in Russia è proibito consumare alcol in tutti i luoghi pubblici, a esclusione di bar e ristoranti. Il divieto riguarda non solo la vodka ma anche la birra e il vino.

L’OMS scrive che queste politiche restrittive hanno avuto evidenti effetti benefici sulla vita dei cittadini russi. Il tasso di mortalità per malattie cardiovascolari è diminuito del 48 per cento tra gli uomini e del 51 per cento tra le donne. Tra il 2003 e il 2017 le morti a causa di avvelenamento da alcol sono diminuite del 73 per cento tra gli uomini e del 78 per cento tra le donne. Anche le morti per cause esterne, ma collegabili al consumo di alcol, sono diminuite: tra il 2003 e il 2017 i suicidi sono diminuiti del 62 per cento tra gli uomini e del 61 per cento tra le donne, gli omicidi sono diminuiti del 79 per cento tra gli uomini e del 78 per cento tra le donne, e le morti da incidenti stradali sono diminuite del 55 per cento per entrambi i sessi.