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  • Venerdì 27 settembre 2019

Ci sono giocatori della NBA che hanno sempre mentito sulla loro altezza

Kevin Durant è ben più alto di 2,06 metri, per esempio: serviva a essere scelti per il ruolo in cui volevano giocare, ma le cose ora cambieranno

(Streeter Lecka/Getty Images)
(Streeter Lecka/Getty Images)

Nel 2016, durante la preparazione della nazionale di basket statunitense in vista delle Olimpiadi di Rio de Janeiro, la squadra si presentò davanti ai giornalisti e tutti i giocatori si misero uno accanto all’altro per fare una foto di gruppo. Demarcus Cousins, che all’epoca giocava nei Sacramento Kings, si trovava a fianco a Kevin Durant, all’epoca degli Oklahoma City Thunder, e notando di essere più basso di lui lo prese in giro, dicendogli di non mentire sulla sua reale altezza. Second i dati ufficiali dell’NBA, infatti, Durant è alto 2,06 metri mentre Cousins è alto 2,11 metri.

Cousins disse ai giornalisti: «Gli dico sempre di smettere di mettersi a fianco a me. Secondo me le persone se ne accorgeranno. […] Lui è decisamente alto 2,13 metri». Tempo prima, in un’intervista al Wall Street Journal, era stato lo stesso Durant ad autodenunciarsi: «Quando sono in compagnia di una donna sono alto 2,13 metri ma nel giro del basket sono alto solo 2,06 metri». Kevin Durant è solo uno degli esempi dei molti giocatori dell’NBA, la più importante lega di basket degli Stati Uniti, che nel corso degli anni hanno mentito sulla loro reale altezza. Come ha spiegato il giornalista Marc Stein sul New York Times, finora le diverse squadre della lega non hanno mai davvero controllato l’altezza dei propri giocatori, preferendo fidarsi di quanto dichiaravano loro stessi.

Durant, come altri giocatori, aveva mentito sull’altezza per una ragione legata ai vecchi modi con cui le squadre sceglievano i giocatori più giovani, e a concetti ormai piuttosto superati legati ai ruoli. Un tempo, infatti, era normale associare i giocatori alla loro posizione in campo sulla base della loro altezza: sopra una certa soglia giocavano da centri, quelli un po’ più bassi e solitamente più massicci come ala grande, e così via fino ai playmaker, solitamente più piccoli e agili (che in NBA voleva dire comunque spesso sopra al metro e novanta). Da alcuni anni, il gioco è molto cambiato: i ruoli per come erano intesi prima non esistono più, ed è normale che giocatori ben più alti di due metri giochino come playmaker o guardie, o che una squadra assegni a giocatori sotto i 2,10 metri i compiti un tempo affidati ai centri.

Ma quando le cose funzionavano ancora alla vecchia maniera, capitava che i giovani giocatori mentissero nel dichiarare la propria altezza, così che gli scout delle squadre li andassero a vedere giocare anche se la loro altezza era diversa da quella normalmente associata al ruolo in cui giocavano. Durant, per esempio, ha sempre preferito giocare da ala piccola, nonostante la sua altezza, e per questo fin dal college si è dichiarato più basso in modo che gli scout e gli allenatori non lo giudicassero inadatto per quel ruolo solo perché molto alto. «Ho sempre detto di essere un’ala piccola di 2,06 metri. È questa la misura standard per le ali piccole. Basta essere un po’ più alti e tutti iniziano a dire “Ah, è un’ala grande”», disse Durant al Wall Street Journal.

Le cose, però, stanno per cambiare: dal prossimo anno tutte le squadre saranno tenute a comunicare all’NBA l’altezza dei vari giocatori, con annessa certificazione di un medico. Oltre all’altezza, le squadre dovranno anche fornire il certificato di nascita dei giocatori, per evitare che si ripeta quanto successo lo scorso anno con Buddy Hield, giocatore dei Sacramento Kings che si scoprì avere un anno più di quanto dichiarato ufficialmente alla lega.

Ci sono molti esempi di giocatori molto forti e famosi la cui altezza ufficiale non è mai stata quella reale. Stein racconta per esempio che alcuni la aumentarono, come Charles Barkley, e altri invece l’abbassarono, come Tim Duncan, Bill Walton e Kevin Garnett. Per esempio Barkley, uno dei più forti giocatori degli anni Novanta, ufficialmente era alto 1,98 metri, ma di recente ha ammesso di essere più basso di alcuni centimetri. Kent Wipf, ex responsabile della comunicazione dei Minnesota Timberwolves, ha rivelato che anche Garnett, ufficialmente alto 2,10 metri, in realtà è alto più di 2,13 metri, ma aveva sempre mentito sulla sua altezza per non essere automaticamente classificato come un centro. «Avrei sempre voluto registrarlo come un giocatore di 2,15 metri, ma non mi è stato consentito», ha detto Wipf.

Secondo il New York Times, oltre a Durant, ci sarebbero diversi altri giocatori ancora in attività che con le nuove regole dell’NBA potrebbero vedere la propria altezza modificata. Tra questi ci sono Draymond Green, dei Golden State Warriors – che secondo il suo stesso allenatore sarebbe 5 centimetri più basso dei 2 metri dichiarati – J.J. Barea dei Dallas Mavericks e Kemba Walker dei Boston Celtics, tutti più bassi di quanto dichiarato alla NBA.