I malesseri da sigaretta elettronica sono in aumento

Negli Stati Uniti i casi segnalati dagli ospedali sono oltre 450 e ci sono cinque morti sospette, ma le cause non sono ancora chiare

(AP Photo/Robert F. Bukaty)
(AP Photo/Robert F. Bukaty)

I Centri per la prevenzione e il controllo delle malattie (CDC), tra i più importanti organismi sanitari degli Stati Uniti, hanno consigliato ai fumatori di sospendere l’utilizzo delle sigarette elettroniche, in attesa di comprendere le cause delle ormai centinaia di casi di crisi respiratorie registrate nelle ultime settimane negli ospedali. Finora sono stati segnalati almeno 450 casi sospetti di malattie polmonari in 33 stati e 5 casi di morti sospette, che potrebbero essere riconducibili alle sigarette elettroniche. Il numero di segnalazioni è più che raddoppiato in pochi giorni, rispetto alle precedenti stime.

Il Dipartimento per la salute pubblica della contea di Los Angeles ha comunicato di avere aperto le indagini su una morte sospetta – la quinta negli Stati Uniti – e di ritenere “il fumo di sigaretta elettronica come una causa probabile”. Venerdì 6 settembre erano state segnalate due morti sospette, una in Minnesota e un’altra nell’Indiana, che si aggiungevano ad altri due casi segnalati precedentemente (uno in Oregon e uno in Illinois).

L’aumento dei ricoveri e le morti sospette stanno facendo aumentare dubbi e preoccupazioni sulla sicurezza delle sigarette elettroniche, che dovrebbero offrire un’alternativa meno dannosa per la salute rispetto alle sigarette tradizionali. Quelle elettroniche funzionano scaldando un liquido, di solito contenuto in una piccola ampolla, fino a trasformarlo in vapore che può poi essere inalato. Il processo evita che si verifichi la combustione delle sostanze, come avviene invece con il tabacco nelle sigarette normali, riducendo quindi la quantità di sostanze cancerogene inalate. In linea di massima il fumo di sigaretta elettronica è ritenuto meno pericoloso per la salute, ma comporta comunque rischi ed effetti nocivi ancora da comprendere.

In un editoriale pubblicato venerdì 6 settembre sulla rivista scientifica The New England Journal of Medicine, gli sviluppi degli ultimi giorni sono definiti come il chiaro segno di “un’epidemia che richiede una risposta urgente”, da parte delle autorità sanitarie. Non è chiaro da cosa sia causata: finora l’ipotesi più condivisa era che si trattasse di complicazioni dovute all’impiego di sostanze fai-da-te da inalare, ma il numero crescente di casi segnalati sta portando a chiedersi se ci possano essere altre cause.

Secondo i CDC, a causare i problemi polmonari potrebbe essere un particolare composto chimico, ma finora non è stato possibile identificare una sostanza o un prodotto. I composti impiegati nelle ampolle variano a seconda dei produttori e non si può inoltre escludere che queste siano manomesse dai fumatori, per aggiungere altre sostanze o aromi non previsti da chi li ha prodotti. L’aggiunta potrebbe portare a contaminazioni pericolose per la salute, e questo complica anche la formulazione delle diagnosi da parte dei medici, soprattutto se i pazienti omettono informazioni su cosa abbiano inalato.

Il New York Times, che sta seguendo con attenzione l’evolversi della vicenda, spiega che: “Ciò che sembrava un insieme di casi a macchia di leopardo all’inizio dell’estate è ora diventato a pieno titolo un problema di salute pubblica molto diffuso”.

Sempre sul New England Journal of Medicine è stato pubblicato uno studio che si è occupato di 53 casi di malattie polmonari riconducibili alle sigarette elettroniche segnalati in Illinois e Wisconsin. Il primo caso fu segnalato lo scorso aprile, quindi diversi mesi prima che si attivassero le autorità sanitarie per valutare la situazione. Lo studio spiega che la maggior parte dei pazienti erano giovani maschi con un’età media di 19 anni, a conferma del grande successo delle sigarette elettroniche tra gli adolescenti e i ventenni. Il 98 per cento di loro fu ricoverato, e metà dei ricoveri proseguì con una collocazione in terapia intensiva, rendendo necessario in un caso su tre il ricorso alla respirazione assistita. L’84 per cento dei ricoverati aveva fumato prodotti contenenti THC, il principio attivo più importante della cannabis.

Per i pazienti finora ricoverati con problemi polmonari la prognosi rimane incerta, soprattutto per i casi più gravi. Al momento i medici non sanno prevedere quali potrebbero essere le conseguenze delle irritazioni e infiammazioni ai polmoni, e non escludono che alcuni pazienti debbano fare a lungo i conti con problemi polmonari. Anche per questo motivo i medici sconsigliano di utilizzare le sigarette elettroniche fino a quando non saranno chiarite le cause dei problemi emersi nelle ultime settimane. Naturalmente, i medici sconsigliano di fumare in ogni caso: secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, il fumo di tabacco causa la morte di oltre 8 milioni di persone ogni anno.