Gli arresti per la strage di Corinaldo

Sette persone sono accusate di far parte di una banda di rapinatori e di aver spruzzato spray urticante nella discoteca vicino ad Ancona dove morirono sei persone

Corinaldo, Ancona (ANSA/PASQUALE BOVE)
Corinaldo, Ancona (ANSA/PASQUALE BOVE)

I carabinieri di Ancona hanno arrestato sette persone per la strage nella discoteca di Corinaldo del dicembre 2018, in cui, prima di un concerto del rapper Sfera Ebbasta, sei persone morirono schiacciate nella calca a causa di un momento di panico collettivo.
Le persone arrestate, dicono i giornali, sono uomini tra i 19 e i 22 anni, tutti residenti nella provincia di Modena e ritenuti parte di una banda che si dedicava a furti e rapine nelle discoteche della zona. Tutti gli arrestati, spiega Repubblica, sono accusati di associazione per delinquere finalizzata alla commissione di furti con strappo e rapina; sei di loro sono accusati anche di omicidio preterintenzionale e lesioni personali.

La tesi della procura di Ancona e dei carabinieri è che il momento di panico che aveva provocato la calca nella discoteca di Corinaldo, la Lanterna Azzurra, fosse stato causato dall’utilizzo di uno spray urticante al peperoncino durante un tentativo di rapina. Una bomboletta di spray era stata trovata la notte stessa della strage, consolidando la tesi che fosse all’origine della reazione di panico delle persone presenti, un fenomeno capitato con una certa frequenza ai concerti in Italia negli ultimi anni.

Nell’incidente alla Lanterna Azzurra morirono cinque adolescenti e una donna adulta: tre ragazze e due ragazzi, con un’età compresa tra i 14 e i 16 anni, ed Eleonora Girolimini, di 39 anni, che aveva accompagnato la figlia undicenne al concerto. Circa 60 persone rimasero invece ferite, sette in modo grave, sembra anche a causa dei problemi nella segnaletica e nelle vie di fuga del locale. Secondo la procura, alla Lanterna Azzurra c’erano due uscite di sicurezza più basse di due metri, e la rampa dell’uscita dove morirono le sei persone aveva una pendenza superiore al massimo consentito (del 20 per cento, contro il 12 permesso) ed era sprovvista di un pianerottolo che la collegasse alle scale. Le balaustre di protezione, poi, sarebbero state in condizioni pessime (quella sera crollarono per la troppa pressione) ed erano troppo basse.

Come spiega Repubblica «Nell’inchiesta erano già indagate a vario titolo 17 persone oltre a un minorenne inizialmente sospettato di aver spruzzato lo spray nella discoteca quella sera: per l’ipotesi di omicidio colposo plurimo sono state chiamate in causa nove persone tra gestori, proprietari e un addetto alla sicurezza; altre otto, tra cui il sindaco di Corinaldo Matteo Principi [..] devono rispondere, a vario titolo, di reati che vanno dal concorso in omicidio colposo, disastro colposo e falsità ideologica per le irregolarità riscontrate nei locali della discoteca».