La notizia falsa sui «nordafricani» coinvolti nell’omicidio del carabiniere a Roma

Si è diffusa tramite i giornali online e alcuni siti di news di polizia, poi è stata ripresa da vari politici, tra cui Matteo Salvini e Giorgia Meloni

Nelle prime ore successive all’omicidio del carabiniere Mario Cerciello Rega, avvenuto venerdì mattina nel centro di Roma, si era diffusa la notizia che i sospettati fossero due persone definite dai giornali come «nordafricani» o «magrebini». La notizia è stata poi smentita dai fatti: nel corso della giornata sono stati arrestati due ragazzi statunitensi, uno dei quali – secondo tutti i giornali – avrebbe confessato di avere accoltellato Rega per una storia di spaccio di una piccola quantità di droga.

La notizia del coinvolgimento di due «nordafricani» è comunque circolata parecchio prima di essere smentita, ed è stata ripresa soprattutto da ambienti di estrema destra molto contrari all’immigrazione e all’integrazione degli stranieri: fra gli altri è stata condivisa dal ministro dell’Interno Matteo Salvini e dalla leader di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni (l’ex presidente del Consiglio Paolo Gentiloni aveva citato la notizia in un tweet, con altri toni, e l’ha poi cancellato ammettendolo un “errore”). Eppure non è chiarissimo chi l’abbia data per primo e come abbia fatto a diffondersi, tanto da essere ripresa da tutti i principali giornali nazionali.

La notizia è iniziata a girare già nella prima mattinata di venerdì, a poche ore dall’omicidio di Rega. Se ne trova ancora traccia in un articolo del Secolo datato alle ore 8,46 e tuttora online), in uno dell’agenzia stampa AGI datato 11,02 ma messo online almeno due ore prima, in un altro dell’agenzia Agenpress, e in un pezzo del Messaggero delle 8,59 poi modificato, quello condiviso da Salvini: ed era già online intorno alle nove su molti siti, come il TempoTgCom24 e Quotidiano.net. Anche Libero, quotidiano che in molte occasioni ha diffuso notizie false o fuorvianti, si è occupato da subito della vicenda titolando sul coinvolgimento di una «belva nordafricana» (l’articolo è ancora online, senza correzioni o aggiornamenti).
(aggiornamento: l’articolo di Libero è stato rimosso nel pomeriggio di sabato)
Ma il sito “Infodifesa” aveva già online la notizia con l’accenno a “due soggetti nordafricani” intorno alle 8,30.

Le informazioni contenute nei pezzi sono molto dettagliate, e scritte più o meno nello stesso ordine: i sospettati dell’omicidio di Rega sarebbero stati due «nordafricani» – AGI parla di «magrebini» – alti circa un metro e ottanta, vestiti rispettivamente con una felpa nera e con una felpa viola. Uno dei due avrebbe avuto i capelli tinti con le meches. In un lancio delle 11.36, anche ANSA ha insistito sulla provenienza «nordafricana» dei sospettati, aggiungendo che i due erano stati bloccati «perché ritenuti responsabili di furto e estorsione». Quello che appare più plausibile è che a una prima notizia sui “soggetti nordafricani” – uscita per prima su Infodifesa – si siano aggiunti ulteriori dettagli successivi di confusa provenienza.

In casi come questi, cioè nelle prime ore di un’indagine su una vicenda piuttosto confusa e prima che un’autorità ufficiale abbia diffuso informazioni verificate, accade spesso che i giornali diano per buone le poche informazioni che trapelano dagli investigatori, spesso senza sottolineare la cautela con cui vanno prese o precisare la provenienza e la qualità delle loro fonti. È plausibile che nelle ore successive all’omicidio di Rega gli investigatori abbiano indagato alcuni sospetti «nordafricani»: il Fatto Quotidiano scrive apertamente che in origine i filoni dell’inchiesta erano due, uno su alcune persone di origine marocchina e algerina e l’altro sui ragazzi americani. Ad ogni modo, sono notizie che vanno prese con cautela, soprattutto nel caso di una storia complicata come questa.

Oltre a circolare su tutti i giornali e i telegiornali nazionali, la notizia del coinvolgimenti di due «nordafricani» si è diffusa anche su Facebook ed è rimasta online per tutta la giornata. Wired ha ricostruito che a metà giornata di venerdì una pagina Facebook legata a un’app gratuita (e privata) che serve a effettuare rapidi controlli giudiziari sui veicoli, Puntato, ha postato la foto di quattro persone scrivendo che erano stati «catturati» «gli autori dell’omicidio del collega».

Nel post, che secondo Wired è stato cancellato dopo pochi minuti, si leggeva che i sospettati erano «tre cittadini di origini marocchine e uno di origini algerine», cioè le stesse persone che secondo il Fatto Quotidiano erano state coinvolte nell’altro filone dell’inchiesta. Non è chiaro da dove la pagina Facebook di Puntato – che ha 181mila follower – abbia ottenuto le foto, né se siano realmente corrispondenti a persone fermate in relazione all’indagine. Sempre secondo Wired, la pagina è gestita da due carabinieri in attività.

Poco dopo la sua pubblicazione, la foto pubblicata da Puntato è stata ripresa dalla pagina Soli non siamo nulla. UNITI Saremo TUTTO, che pubblica spesso post con riferimenti e argomenti di estrema destra. Wired scrive che «prima di essere cancellato, il post [sulla pagina “Soli non siamo nulla”] è rimasto online per sei ore, ottenendo quasi 5mila condivisioni».

Altri post o video circolati su Facebook nelle stesse ore hanno ottenuto un discreto seguito. Uno di questi è il video pubblicato dal quotidiano La Verità con protagonista Mario Giordano, che si occupa spesso in maniera imprecisa e forzata di immigrazione. Nel video, Giordano ha parlato dei due sospettati nordafricani ottenendo circa 30mila visualizzazioni e centinaia di condivisioni. Un articolo del Secolo d’Italia intitolato «Nordafricani ammazzano a coltellate carabiniere a Roma» ha ottenuto finora circa 10mila condivisioni. Finora né Matteo Salvini né Giorgia Meloni hanno modificato i loro tweet in cui compare la notizia del coinvolgimento dei due «nordafricani».

– Luca Sofri: Di cosa parliamo