Vitaly Markiv, il soldato ucraino accusato dell’omicidio del fotografo italiano Andrea Rocchelli, è stato condannato a 24 anni di carcere

Una foto di Vitaly Markiv durante una manifestazione a suo favore davanti all'ambasciata italiana a Kiev, in Ucraina (Serg Glovny/ZUMA Wire/via ANSA)
Una foto di Vitaly Markiv durante una manifestazione a suo favore davanti all'ambasciata italiana a Kiev, in Ucraina (Serg Glovny/ZUMA Wire/via ANSA)

Vitaly Markiv, il soldato ucraino con cittadinanza italiana accusato per la morte del fotografo italiano Andrea Rocchelli, è stato condannato a 24 anni di carcere dalla Corte d’Assise di Pavia per omicidio. Rocchelli, originario di Piacenza, era stato ucciso il 24 maggio del 2014 in Ucraina, mentre si trovava nell’area di Sloviansk, nella regione di Donetsk, per seguire gli scontri tra le milizie filo-russe e l’esercito ucraino. Secondo la procura, Markiv era a capo di un gruppo di soldati dell’esercito ucraino che da una collina aveva sparato contro Rocchelli e contro le due persone che si trovavano con lui, l’interprete e attivista russo Andrey Mironov, anche lui ucciso, e il fotografo francese William Roguelon, che era stato ferito.

Markiv, nato in Ucraina ma vissuto diversi anni in Italia con la madre, ha la doppia cittadinanza italiana e ucraina. Era stato arrestato nel 2017 quando era tornato in Italia per fare visita a sua madre, nelle Marche. Da allora era in carcere a Pavia, dove è stato processato. Il governo ucraino ha sempre detto di credere nella sua innocenza.