La NASA invierà un lander-drone su Titano

Sorvolerà la luna più grande di Saturno, alla ricerca di indizi sulla vita in mondi lontani dal nostro: partirà nel 2026

(NASA)
(NASA)

La NASA ha annunciato Dragonfly, una nuova missione spaziale per esplorare Titano, il più grande satellite naturale del pianeta Saturno. A differenza dei robot automatici inviati finora su Marte, Dragonfly sarà una di via di mezzo tra un normale lander e un drone: lungo e largo 3 metri, sarà dotato di 8 rotori che gli consentiranno di coprire in tempi brevi maggiori distanze sulla superficie di Titano. I balzi di Dragonfly saranno facilitati dalla scarsa gravità di Titano, pari a circa un settimo di quella terrestre; l’atmosfera è inoltre quattro volte più densa di quella sulla Terra.


Il lancio di Dragonfly è previsto per il 2026 e il suo arrivo su Titano per il 2034. Porterà con sé numerosi strumenti, che saranno impiegati per analizzare la composizione chimica del suolo e dell’atmosfera del satellite naturale, alla ricerca di indizi sull’eventuale presenza di forme di vita per come le conosciamo oggi, o per lo meno di condizioni favorevoli per farle sviluppare. Titano incuriosisce da tempo i ricercatori, che finora si erano dovuti accontentare della immagini fornite da alcune sonde di passaggio e dal lander Huygens dell’Agenzia Spaziale Europea, che ne aveva attraversato l’atmosfera raccogliendo numerosi dati.


Grazie a quelle rilevazioni, oggi sappiamo che su Titano ci sono laghi di idrocarburi nelle aree polari e che la sua atmosfera è costituita per il 95 per cento di azoto. In un certo senso, Titano ha caratteristiche simili a quelle della Terra dei primissimi tempi dopo la sua formazione, anche se con una temperatura molto più bassa. Il suo studio potrà quindi offrirci nuove prospettive anche su come andarono le cose qui, sul nostro pianeta, miliardi di anni fa.