La storia degli abusi a Reggio Emilia

Sei persone sono state arrestate perché avrebbero sottoposto alcuni bambini ad abusi per toglierli ai loro genitori e darli in affido in cambio di soldi, ma si sa ancora pochissimo

Il municipio di Bibbiano (Arma dei Carabinieri)
Il municipio di Bibbiano (Arma dei Carabinieri)

I carabinieri di Reggio Emilia giovedì mattina hanno messo agli arresti domiciliari sei persone e hanno notificato altre misure cautelari a dieci persone in seguito a una complicata indagine con la quale sostengono di aver scoperto una vasta organizzazione criminale che aveva lo scopo di togliere bambini a famiglie in difficoltà e affidarli, dietro pagamento, a famiglie di amici o conoscenti.

Secondo i carabinieri, tra i membri dell’organizzazione ci sono assistenti sociali, psicologi dei servizi sociali della Val d’Enza, e amministratori locali, come il sindaco del comune di Bibbiano: avrebbero utilizzato diverse tecniche per togliere i bambini ai loro genitori. La più diffusa sarebbe stata quella di convincerli di aver subito abusi sessuali, ma si parla anche di documenti e prove manomesse per giustificare provvedimenti molto radicali. Questo piano, spiegano gli investigatori, sarebbe stato messo in atto per ottenere denaro dai genitori delle famiglie affidatarie.

Gli psicologi di una ONLUS coinvolta nell’indagine avrebbero ottenuto un ulteriore guadagno quando il comune di Bibbiano ha affidato loro l’incarico di prendere in cura alcuni dei bambini che avrebbero subito le “finte molestie”. L’appalto per eseguire le cure sarebbe stato loro assegnato in maniera irregolare, scrivono i carabinieri.

Magistrati e carabinieri sostengono che l’indagine è cominciata dell’estate del 2018, quando la procura di Reggio Emilia avrebbe ricevuto un numero definito “sospetto” di segnalazioni di abusi nei confronti dei minori da parte di assistenti sociali che successivamente sono stati coinvolti nell’inchiesta.

Dell’inchiesta, di cui al momento si conoscono soltanto le comunicazioni fatte dagli stessi carabinieri e dai magistrati, si sa ancora pochissimo. L’età delle vittime e quando sono avvenuti i fatti, ad esempio, non sono ancora del tutto chiari. Sembra che in parte i fatti siano recenti, visto che coinvolgono l’attuale sindaco e numerose persone che sono tuttora al lavoro nella zona. Ma sembra che altri episodi vadano parecchio indietro nel tempo, visto che i carabinieri hanno scritto nel comunicato stampa che alcune delle vittime sono oggi adolescenti e «manifestano profondi segni di disagio, tossicodipendenza e gesti di autolesionismo».

Anche alcune dinamiche delle presunte manipolazioni messe in atto per togliere i bambini alle loro famiglie, inoltre, non sono molto chiare. I carabinieri parlano di «terapeuti travestiti da personaggi “cattivi” delle fiabe in rappresentazione dei genitori» e di «falsi ricordi di abusi sessuali generati attraverso impulsi elettrici per alterare lo stato della memoria dei piccoli in prossimità dei colloqui giudiziari», il che sembra suggerire che i bambini sarebbero stati sottoposti a qualche forma di elettroshock (una pratica medica molto rara che in Italia si può eseguire solo su esplicito consenso del paziente). Nei prossimi giorni, quando le ordinanze con cui sono stati motivati gli arresti saranno esaminate con cura, è probabile che emergeranno nuovi dettagli e ulteriori chiarimenti.