Le forze militari maliane e francesi hanno ucciso 20 miliziani dell’ISIS nel nord del Mali

(Alexander Koerner/Getty Images)
(Alexander Koerner/Getty Images)

Le forze militari maliane e francesi hanno comunicato di aver ucciso 20 miliziani dello Stato Islamico (o ISIS) nel nord del Mali, la regione del paese in cui l’organizzazione islamista è più presente da anni. L’operazione, che non si è ancora conclusa, coinvolge la provincia di Akabar, vicino al confine col Niger e poco distante dalla città di Menaka.

Il Mali, uno dei paesi più poveri e violenti dell’Africa, vive una fase di grossa instabilità dal 2012, quando una rivolta dei tuareg fu utilizzata dagli estremisti islamici per destabilizzare il paese e tentare di rovesciare il governo, portando la Francia a intervenire militarmente. Le violenze da allora si ripetono con frequenza, e anche le milizie islamiste si combattono spesso tra loro. Lunedì scorso un gruppo di uomini armati ha attaccato il villaggio di Sobanou-Kou, e sono state uccise almeno 95 persone. Soltanto due mesi fa il primo ministro maliano Soumeylou Boubeye Maiga e tutto il governo si erano dimessi dopo un’altra grave strage, per l’incapacità di arginare le violenze e il potere delle milizie.