
Martedì l’Organizzazione mondiale della sanità (OMS) ha annunciato che l’epidemia di ebola che negli ultimi dieci mesi ha causato più di 1.300 morti nella Repubblica Democratica del Congo è arrivata in Uganda, uno dei paesi confinanti. Il primo caso di contagio riguarda un bambino di 5 anni, morto oggi. Il bambino, di madre congolese e padre ugandese, era stato con i genitori nella Repubblica Democratica del Congo e poi era rientrato in Uganda lunedì. L’OMS ha poi fatto sapere che ci sono informazioni su almeno altri due casi: riguardano probabilmente i familiari del bambino, che al momento sono in isolamento presso un ospedale al confine con il Congo.
Il ministero della Salute ugandese e l’OMS hanno mandato una squadra di esperti a Kasese, la città dell’ovest dell’Uganda dove il bambino era stato ricoverato, per individuare eventuali altri contagi e vaccinare le persone che sono entrate in contatto con lui e i suoi familiari. Su richiesta dell’OMS, l’Uganda ha già vaccinato 4.700 medici e paramedici di 165 diverse strutture sanitarie. In passato l’Uganda era già stata colpita da epidemie di ebola: era successo nel 2000 e poi di nuovo nel 2012.
Un checkpoint sanitario per individuare possibili casi di contagio da ebola a una frontiera tra Repubblica Democratica del Congo e Uganda, a Bunagana, il 10 giugno 2019 (Ben Wise/International Rescue Committee via AP)