FCA ha ritirato la proposta di fusione con Renault

In Francia non ci sono «le condizioni politiche» perché la fusione possa avvenire, dice: c'entrano il governo francese e Nissan

Uno stabilimento di FCA a Sterling Heights, Michigan. (Bill Pugliano/Getty Images)
Uno stabilimento di FCA a Sterling Heights, Michigan. (Bill Pugliano/Getty Images)

Il gruppo automobilistico Fiat Chrysler Automobiles (FCA) ha ritirato la proposta di fusione con Renault che aveva presentato lo scorso 26 maggio. In un comunicato FCA ha spiegato di continuare a essere fermamente convinta dell’utilità della fusione per entrambe le aziende automobilistiche, aggiungendo che però è divenuto chiaro «che non vi sono attualmente in Francia le condizioni politiche perché una simile fusione proceda con successo».

A far sfumare la fusione, scrivono le principali testate economiche internazionali, sarebbe stato un ripetuto rinvio da parte del consiglio di amministrazione di Renault del voto finale sull’accordo. C’entrano alcune richieste del governo francese, che controlla il 15 per cento della società, e una presunta opposizione da parte dell’azienda giapponese Nissan, che ne possiede una quota appena inferiore.

La fusione avrebbe portato alla nascita del terzo gruppo automobilistico mondiale, dietro a Volkswagen e Toyota, controllato per il 50 per cento dagli azionisti di FCA e per il 50 per cento dagli azionisti di Groupe Renault. «FCA», conclude il comunicato, «continuerà a perseguire i propri obiettivi implementando la propria strategia indipendente». In una lettera inviata ai dipendenti, il presidente di FCA, John Elkann, ha commentato così la decisione del gruppo: «Ci vuole coraggio per iniziare un dialogo come abbiamo fatto noi. Quando però diventa chiaro che le conversazioni sono state portate fino al punto oltre il quale diventa irragionevole spingersi, è necessario essere altrettanto coraggiosi per interromperle».

La notizia della mancata fusione ha avuto ripercussioni anche in borsa, dove questa mattina le quotazioni del titolo di FCA hanno perso il 4,7 per cento a Milano, mentre quelle del titolo di Renault hanno perso l’8,7 per cento alla borsa di Parigi. Nonostante la proposta di FCA fosse stata accolta positivamente dai vertici di Renault, negli scorsi giorni erano sorti alcuni problemi: il governo francese aveva chiesto un posto per un suo delegato nel nuovo consiglio d’amministrazione, e Renault aveva ottenuto che il quartiere generale operativo dell’eventuale nuova società fosse mantenuto in Francia. Inoltre, secondo quanto scritto dal Wall Street Journal, l’accordo accettato da FCA prevedeva che l’attuale presidente di Renault diventasse l’amministratore delegato della nuova società, e che Elkann fosse il presidente ma senza deleghe operative.

Il consiglio di amministrazione di Renault si era riunito martedì 5 giugno per votare sulla proposta di fusione presentata da FCA, ma aveva deciso di posticipare il voto di un giorno. Anche la riunione di mercoledì, però, si era conclusa senza che si riuscisse a trovare un accordo. «Il cda», si legge nel comunicato di Renault, «non è riuscito a prendere una decisione a causa della richiesta espressa dai rappresentanti dello Stato francese di posticipare il voto a un altro consiglio».

Renault avrebbe chiesto più tempo soprattutto per discutere con Nissan, che aveva chiesto la revisione completa dei termini dell’alleanza con l’azienda francese, nel caso in cui la fusione con FCA fosse avvenuta. Secondo il Wall Street Journal, i due rappresentanti di Nissan nel consiglio di amministrazione di Renault programmavano di astenersi nel voto finale, alimentando i dubbi sull’impegno futuro della società giapponese rispetto alla fusione. Il governo francese aveva chiesto più tempo contando di convincere Nissan durante un prossimo viaggio del ministro dell’Economia francese Bruno Le Maire in Giappone. Renault possiede il 43,4 per cento delle quote di Nissan, e le due case automobilistiche sono alleate da molti anni: secondo il Wall Street Journal, però, i rapporti tra i due gruppi sono molto peggiorati in tempi recenti dopo la sostituzione dell’ex CEO Carlos Ghosn, arrestato in Giappone, e la casa francese avrebbe tenuto a lungo Nissan all’oscuro dei progetti di fusione con FCA.

Alcune fonti vicine a FCA hanno detto al New York Times che la decisione di Renault di spostare ulteriormente il voto è stata vista da FCA come il segnale definitivo che l’accordo non si sarebbe fatto. «Lo stato francese è diventato troppo invadente. Hanno cercato di ottenere l’ultima parola su tutte le questioni, e questo ha creato una situazione di incertezza che alla fine è diventata intollerabile» ha detto una fonte vicina a FCA al Wall Street Journal.

Le Maire ha commentato la decisione di FCA di ritirare la proposta dicendo di «averne preso atto», e sostenendo che «dal momento della presentazione di questa offerta, lo stato, azionista di Renault al 15,1 per cento, si è dimostrato aperto e ha lavorato in modo costruttivo con entrambe le parti».