Quelli che portano a spasso gli esseri umani

A Los Angeles l'idea di offrire compagnia per le passeggiate a chi si sente solo è diventata una professione, e sembra fare bene a tutti

Chuck McCarthy, a destra, insieme ad altri partecipanti di People Walker (Instagram)
Chuck McCarthy, a destra, insieme ad altri partecipanti di People Walker (Instagram)

Invece dei cani, Chuck McCarthy porta a passeggio le persone. L’idea gli è venuta qualche anno fa, dopo aver notato quanto fosse solitaria la vita di molti suoi concittadini a Los Angeles. L’intuizione è diventata prima una professione e poi una piccola azienda, con diverse persone che dedicano parte del loro tempo ad andare a spasso con altri, dietro il pagamento di un piccolo compenso. I “People Walker”, al centro di un recente articolo del Los Angeles Times, godono ormai di un certo successo e la loro storia racconta efficacemente opportunità e paradossi offerti dalla società contemporanea nelle grandi città.

Secondo il censimento più recente, un terzo degli abitanti di Los Angeles vive da solo. In questo grande insieme di esistenze solitarie c’è un po’ di tutto: giovani e vecchi single, vedovi, ricchi, poveri, impiegati e persone che lavorano da casa grazie al telelavoro. Molti di loro passano intere giornate senza incontrare anima viva, a parte qualche commesso in bar e negozi, in una condizione di isolamento autoinflitta e che secondo numerose ricerche scientifiche non fa per nulla bene alla salute. In media le persone solitarie tendono a vivere di meno e a essere meno felici rispetto a quelle con una buona rete sociale, fatta di amici, colleghi e parenti.

Fino a qualche tempo fa, Chuck McCarthy non era da meno. Si guadagnava da vivere facendo lavoretti di vario tipo e trascorrendo molto tempo davanti a un computer, per lo più per realizzare GIF e grafiche per i suoi clienti. Era un’occupazione che gli consentiva di lavorare un po’ ovunque, di solito in caffetterie e locali dove è frequente trovare altri professionisti, intenti a lavorare davanti ai loro portatili e con cuffie per ascoltare la musica e isolarsi da ciò che hanno intorno. Nonostante fosse sempre tra altre persone, McCarthy sentiva una certa solitudine.

A differenza di quel terzo di abitanti di Los Angeles, McCarthy non abitava da solo ma condivideva l’appartamento con la sua ragazza. Il loro rapporto era piuttosto stretto: avevano interessi in comune, facevano molte cose insieme e tutto sommato si bastavano a vicenda, senza la necessità di avere tanti altri amici. Lei lavorava da casa e uscivano raramente.

Per non fare quelli che stanno sempre reclusi in casa, un giorno concordarono che quando non avrebbero avuto voglia di cucinare sarebbero andati a recuperare il cibo direttamente dai ristoranti, a piedi. A Los Angeles si spostano quasi tutti in automobile: sia perché la città è molto estesa, sia perché i suoi quartieri non sono molto a misura di pedone. Le passeggiate di McCarthy erano una sorta di trasgressione e fu durante una di quelle uscite che notò quante persone fossero sì in giro, ma da sole. C’era chi correva, chi faceva ginnastica all’aperto e chi portava a passeggio il proprio cane.

Dopo averci riflettuto, McCarthy si chiese perché non si potesse applicare agli esseri umani l’idea di portare fuori il cane, dando loro un servizio che offrisse compagnia e l’opportunità di fare un po’ di esercizio fisico camminando. Il tutto avrebbe inoltre offerto la giusta motivazione per i più pigri, o qualche sicurezza per chi non si sente a proprio agio ad andarsene in giro da solo, soprattutto in alcuni quartieri della città o a ore poco raccomandabili.

McCarthy decise di dare una possibilità alla sua idea un po’ balzana. Scrisse con un pennarello “People Walker” su una maglietta, preparò alcuni fogli da incollare ai lampioni nel suo quartiere, con messaggi creativi come:

Hai paura di camminare da solo di notte? Non ti piace passeggiare da solo? Non ti va che la gente possa pensare che tu non abbia amici vedendoti in giro da solo? Non ti piace ascoltare musica o podcast, ma non puoi passeggiare da solo in silenzio perché poi dovresti affrontare i tuoi pensieri su un futuro ignoto o sulla tua stessa irrilevanza in un universo che continua a espandersi?

I primi a chiamare furono i media locali, incuriositi dai messaggi che McCarthy aveva lasciato in giro. Gli articoli e i servizi televisivi contribuirono a far conoscere la sua iniziativa, portando i primi clienti. Poi si fecero avanti studenti, pensionati e altre persone desiderose di partecipare e di guadagnare qualche soldo. Furono assoldati, a patto che pagassero una commissione a McCarthy, che aveva avuto l’idea e che faceva il lavoro di segreteria per smistare le varie richieste di clienti e volontari.


Ora Chuck McCarthy ha fatto di People Walker una vera azienda, con un sito Internet e un’applicazione che rende più semplice la prenotazione delle passeggiate. Non solo, il piccolo successo della sua iniziativa ha fatto sì che si facessero avanti investitori, desiderosi di finanziarla e di farla espandere, come avviene con le start up. A Burbank, uno dei quartieri di Los Angeles, ora McCarthy ha anche un piccolo ufficio.

I clienti consultati dal Los Angeles Times dicono di essere soddisfatti del servizio. Attraverso l’applicazione scelgono giorno e orario per la passeggiata e l’accompagnatore con cui farla. La scelta è piuttosto ampia: ogni “walker” riceve recensioni dagli utenti, in modo da aiutare gli altri a scegliere l’accompagnatore più adatto alle loro esigenze. Una passeggiata costa intorno ai 10 dollari, ma la cifra può variare di qualche dollaro in base alla durata della sessione e all’accompagnatore.

(People Walker)

Tra i walker di maggiore successo ci sono quelli che condividono loro interessi e offrono conversazioni più stimolanti per i loro compagni di passeggiate. Alcuni parlano più lingue e danno la possibilità di partecipare anche a persone che non parlano inglese.

Di solito chi si sente solo si iscrive a corsi o fa volontariato, creando le occasioni per incontrare nuove persone. Non è però un’esperienza che fa per tutti, e spesso per i più introversi l’idea di incontrare un gruppo di persone di cui ancora non si fa parte può essere un deterrente. Secondo McCarthy, il meccanismo di prenotazione e il rapporto uno-a-uno che si instaura con i walker favorisce invece la socializzazione, riducendo ostacoli e alcuni pregiudizi.

L’applicazione di People Walker non ha limitazioni geografiche e per questo potrebbe potenzialmente diffondersi in diversi altri luoghi, come sta già avvenendo in alcune città degli Stati Uniti. Il sistema sembra offrire inoltre benefici ai walker: oltre a guadagnare qualche soldo nel tempo libero, hanno la possibilità di incontrare nuove persone e di sentirsi a loro volta meno soli.