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  • Giovedì 9 maggio 2019

Due parole sugli articoli sponsorizzati

Un altro spazio in cui il Post prova a fare le cose bene un po' per tutti

(Topical Press Agency/Getty Images)
(Topical Press Agency/Getty Images)

Come i lettori più assidui sanno, ormai da qualche anno il Post ha introdotto il formato degli “articoli sponsorizzati” in coerenza con una domanda degli inserzionisti e con un uso crescente da parte dei media di tutto il mondo di formati pubblicitari nuovi, meno strettamente legati ai prodotti o ai brand e più a contenuti e informazioni estesi e maggiormente approfonditi: è una consuetudine ormai diffusa e ogni testata o sito la adotta con propri criteri, qualità e chiarezze.

Fortunatamente – per il Post, ma anche per i lettori del Post – sono cresciute negli ultimi mesi le aziende e gli inserzionisti che riconoscono una nuova efficacia in questi formati e apprezzano il modo di produrli e proporli del Post, e quindi è cresciuta anche la frequenza con cui vengono pubblicati. Il doppio “fortunatamente” si riferisce sia al fatto che si tratta di una benvenuta e preziosa fonte di ricavo per il Post, sia al fatto che l’elemento promozionale è associato a contenuti prodotti dal Post in sintonia con gli approcci e i criteri editoriali che i lettori del Post conoscono e apprezzano. C’è una terza ragione di soddisfazione, poi, che è quella della nostra curiosità e interesse negli esperimenti e nelle forme di comunicazione nuove e più creative, qualunque campo riguardino.

Proprio per questa aumentata frequenza, vogliamo aggiungere alcuni ulteriori elementi di chiarezza a quelli che abbiamo da subito associato visibilmente ai singoli articoli: ovvero la definizione palese di “articolo sponsorizzato”, chiara al lettore, che indica che quell’articolo è stato ideato in seguito alla richiesta di un inserzionista, e che il suo contenuto è stato concordato con l’inserzionista stesso, pur essendo stato prodotto dalla redazione del Post. L’indicazione chiara di questa natura dell’articolo è per noi una pregiudiziale alla sua pubblicazione, e – permetteteci – è una cosa che non avviene per gran parte degli articoli di simile natura che trovate sui quotidiani o su altri siti.

Quanto al contenuto, il Post si impone – non solo per rispetto dei propri lettori e della propria qualità complessiva, ma anche nell’interesse dell’inserzionista – di rendere gli articoli sponsorizzati più affini possibile con i propri criteri di informazione, qualità, accuratezza, condividendo in maniera partecipe le richieste dell’inserzionista. Questa collaborazione ha sempre dato risultati soddisfacenti, e segue una preventiva valutazione del Post del fatto che l’inserzionista non promuova prodotti o servizi eticamente discutibili, o non richieda la diffusione di messaggi ingannevoli o mendaci. Fermo restando che spesso molti di questi articoli hanno ovviamente una maggiore attenzione nei confronti dei prodotti o servizi forniti dall’inserzionista.

Tutta la parte sul fatto che è anche grazie a questo che possiamo fare il Post e che in particolare questi formati permettono di attenuare il carico di pubblicità più invasive, ve la risparmiamo: due righe e via. Quello che invece ci sembra il caso di dire, è che poter mettere la qualità del Post in ogni cosa che è ospitata sul Post è un buon risultato. E grazie per pazienza e attenzione, a lettori e inserzionisti.