Armando Siri è stato rimosso dal governo

Dopo un lungo Consiglio dei ministri in cui la Lega ha tentato di difenderlo un'ultima volta, l'incarico del sottosegretario è stato revocato

(ANSA/ALESSANDRO DI MEO)
(ANSA/ALESSANDRO DI MEO)

Stamattina il presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha firmato il decreto di revoca per il sottosegretario alle Infrastrutture Armando Siri, senatore della Lega indagato per corruzione dalle procure di Roma e Palermo. Il decreto è stato firmato durante il Consiglio dei Ministri, e per essere effetivo dovrà essere firmato anche dal presidente della Repubblica.

Le opposizioni e il Movimento 5 Stelle (M5S) avevano chiesto le dimissioni di Siri, peraltro già condannato per bancarotta fraudolenta nel 2011, e Conte aveva detto che gli avrebbe revocato l’incarico giovedì. «Non è una nostra vittoria», ha detto il capo politico del Movimento 5 Stelle Luigi Di Maio in una conferenza stampa dopo il consiglio, «ma una vittoria degli italiani». La Lega e il ministro dell’Interno Matteo Salvini hanno invece sempre difeso il sottosegretario dalle accuse.

Prima della decisione finale di Conte, scrivono le agenzie, c’è stato un lungo dibattito: alla fine il Consiglio dei ministri non ha votato sulla proposta di revoca, procedimento che tra le altre cose avrebbe mostrato le divisioni interne del governo. Per rimuovere un sottosegretario è sufficiente l’accordo tra il presidente del Consiglio e il ministro competente, in questo caso Danilo Toninelli del M5S. Era dal 2002 che il Consiglio dei ministri non si riuniva per revocare l’incarico di un sottosegretario (all’epoca l’interessato fu Vittorio Sgarbi, per via dei continui litigi con il ministro della Cultura Giuliano Urbani).

Siri è uno tra i dirigenti leghisti più vicini al segretario e vicepresidente del Consiglio Matteo Salvini. La richiesta di dimissioni da parte del Movimento 5 Stelle ha causato due settimane di intensi scontri politici interni alla maggioranza. È accusato di aver cercato di far approvare una serie di emendamenti a favore dei produttori di energia eolica, per favorire un imprenditore vicino alla mafia siciliana. In questa operazione avrebbe ottenuto o gli sarebbe stata promessa una tangente di 30 mila euro, di cui un imprenditore parla in un’intercettazione.

Negli ultimi giorni è emerso anche che Siri, che nel 2017 dichiarava 25 mila euro di reddito, ha acquistato una palazzina vicino a Milano con 585 mila euro provenienti da un mutuo concesso da una banca di San Marino. L’operazione è stata segnalata all’antiriciclaggio della Banca d’Italia e ora sull’episodio sta indagando la procura di Milano.