Il discusso servizio della Rai sul raduno fascista di Predappio

È stato molto contestato perché mostra, senza contraddittorio, saluti romani e immagini della commemorazione di Benito Mussolini

Domenica 28 aprile sul tg regionale della Rai dell’Emilia-Romagna è stato trasmesso un servizio sul raduno fascista di Predappio nell’anniversario della morte di Benito Mussolini (a Predappio si trova la cripta in cui è sepolto). Il servizio è stato molto contestato: da parte della commissione di Vigilanza Rai, dalla direzione e dal comitato di redazione del Tgr e da vari politici, ma non solo.

Il servizio è firmato dal giornalista Paolo Pini, dura due minuti, non ci sono domande, commenti o contraddittorio, ma le immagini del raduno e alcune persone presenti che parlano: il primo a fare dichiarazioni è Mirco Santarelli dell’Associazione Arditi d’Italia che parla di Mussolini dicendo che è «il più grande uomo storico che abbiamo avuto in Italia». Un’altra persona spiega: «Bisognerebbe vivere il periodo per essere nostalgici, noi siamo fedeli, è diverso». E poi si sentono cori “Camerata Benito Mussolini” “Presente” accompagnati dall’immagine di decine e decine di persone che fanno il saluto a braccio teso. Il servizio si conclude con un intervistato che spiega come «la democrazia è un elemento che si divide in due teste: la democrazia anarchica che ha portato dissoluzione e quella organica che porta con sé ordine e disciplina. E noi rivogliamo quella, che Mussolini la chiamò fascismo. Tutto qua».

Il deputato del Pd Michele Anzaldi, segretario della commissione di Vigilanza Rai, ha parlato di “apologia del fascismo” che nell’ordinamento giuridico italiano è un reato (c’è poi anche la legge Mancino, in Italia, che sanziona e condanna gesti, azioni e slogan legati all’ideologia nazifascista). Il presidente della commissione di Vigilanza Rai, il senatore Alberto Barachini di Forza Italia, ha detto che «Diritto di cronaca, pluralismo e libertà che devono caratterizzare il servizio pubblico non si possono tradurre in maldestri tentativi di diffondere un racconto nostalgico del periodo fascista».

Alessandro Casarin, direttore della Testata Giornalistica Regionale, che produce e manda in onda i vari Tg regionali, ha dichiarato che i contenuti del servizio «non corrispondono alla linea editoriale che (…) si basa sul principio di un’informazione equilibrata, a garanzia di un contraddittorio in tutti i servizi, dalla politica alla cronaca. Equilibrio che deve rispettare la storia della democrazia italiana». E, tra gli altri, ha preso le distanze anche il comitato di redazione del tg regionale dell’Emilia-Romagna che in una nota parla di «assurda presunta par condicio tra neofascismo e antifascismo» e spiega che la messa in onda «è stata decisa dal caporedattore» della sede Rai bolognese. Anche l’ANPI ha chiesto spiegazioni e criticato il servizio pubblicando su Facebook il testo della legge Scelba che punisce l’apologia di fascismo, così come molti movimenti e collettivi antifascisti.

Tra chi, invece, ha difeso il servizio c’è Enrico Mentana che ha scritto di avere «un’opinione diversa rispetto alla maggior parte delle voci» che ha sentito: «Credo infatti che un reportage, anche breve, debba documentare quel che sta avvenendo, senza il dovere di interventi riequilibratori (che nel caso avrebbero avuto ancor meno senso)». Il sindaco di Predappio, Giorgio Frassineti del Pd, ha aggiunto che il servizio «ha fatto vedere quello che accade a Predappio tutti gli anni». E criticando i colleghi di partito, ha aggiunto: «Piuttosto che prendersela con il giornalista Paolo Pini se la prendano con loro stessi. Questo è giornalismo».