La Corea del Nord ha detto di avere testato una nuova “arma tattica”

Probabilmente missili a corto o medio raggio, ma è comunque il primo test dopo il fallimentare incontro di Hanoi tra Trump e Kim Jong-un

AP Photo/Lee Jin-man
AP Photo/Lee Jin-man

La sera del 17 aprile la Corea del Nord ha detto di aver testato una nuova “arma tattica guidata”. La notizia è stata data dall’agenzia di stampa ufficiale nordcoreana KCNA. Secondo le poche informazioni per ora disponibili – e per niente affidabili, venendo dall’agenzia di regime – non si sa che tipo di arma fosse, ma si pensa che la Corea del Nord abbia testato missili a corto o medio raggio; quindi non armi nucleari e missili balistici a lungo raggio (gli unici che potrebbero raggiungere gli Stati Uniti). Sarebbe quindi di un test simile a quello fatto nel novembre 2018.

Sempre secondo KCNA, il dittatore Kim Jong-un ha parlato del test come di un evento di «grande importanza». I principali analisti internazionali ritengono però sia con ogni probabilità un semplice tentativo di provocare una qualche reazione da parte degli Stati Uniti, in vista di una possibile ripresa dei negoziati tra i due paesi. Come ogni altro test di questo tipo, ci sono poi ovviamente anche ragioni di propaganda interna. Come ha scritto Laura Bicker, corrispondente di BBC da Seul, «secondo gli standard nordcoreani, è stato un test dal profilo molto basso».

Il test di missili a corto o medio raggio è un problema per la vicina Corea del Sud ma lo è meno per gli Stati Uniti. Test di questo tipo peraltro non violerebbero i generici accordi verbali tra Kim e il presidente statunitense Donald Trump del fallimentare vertice di febbraio ad Hanoi, in Vietnam: in quell’occasione la Corea del Nord si impegnò infatti solamente a non effettuare più test di missili intercontinentali o armi termonucleari. L’opinione prevalente è che da quel vertice Kim si aspettasse molto di più – forse addirittura la rimozione delle sanzioni nei confronti del suo paese – e che il test missilistico di ieri sia un modo per farsi sentire ma, allo stesso tempo, rispettare gli accordi presi.