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  • Lunedì 15 aprile 2019

Interpretava il presidente in una serie tv, ora potrebbe diventarlo

Volodymyr Zelensky, un comico senza esperienza politica, ha stravinto il primo turno delle presidenziali in Ucraina: com'è successo?

Volodymyr Zelenskiy (Brendan Hoffman/Getty Images)
Volodymyr Zelenskiy (Brendan Hoffman/Getty Images)

Il 31 marzo in Ucraina si è votato per il primo turno delle elezioni presidenziali, da cui sono venuti fuori i due candidati che il 21 aprile si affronteranno al ballottaggio: il presidente uscente Petro Poroshenko, che ha governato in Ucraina negli ultimi cinque anni, e l’attore e comico televisivo Volodymyr Zelensky, senza alcuna esperienza politica. Il risultato del primo turno ha confermato quello che dicevano i sondaggi, ma è stato accolto comunque con grande stupore: una storia come quella di Zelensky non ha quasi nessun precedente.

Quando decise di candidarsi presidente, Zelensky, 41 anni, stava interpretando una popolare serie tv che racconta la storia di un comune insegnante di storia, Vasyl Holoborodko, che finisce per essere eletto presidente un po’ per caso. Nella serie, chiamata Servitore del popolo, Holoborodko diventa noto in tutto il paese dopo che un suo sfogo pieno di parolacce contro la corruzione viene filmato di nascosto da un suo alunno e pubblicato su YouTube, diventando virale. Come il personaggio di Holoborodko, anche Zelensly non ha esperienza politica: non ha idea di come si faccia a governare e non ha un piano da presentare ai suoi elettori. Ma come Holoborodko, potrebbe diventare il prossimo presidente ucraino facendo leva sulla retorica dell’anticorruzione e della lotta contro il potere detenuto dagli oligarchi, che in Ucraina sono da sempre molto influenti.

La prima puntata di Servitore del popolo (la scena dello sfogo inizia al minuto 11.36):


Zelensky non solo è riuscito ad andare al ballottaggio, un risultato che fino a qualche mese fa sarebbe sembrato impossibile, ma ci è arrivato da favorito, stravincendo il primo turno con quasi il doppio dei voti di Poroshenko (5,7 milioni di voti contro 3 milioni, ovvero il 30 per cento di preferenze contro il 16), non facendo quasi campagna elettorale se non attraverso la sua serie tv, che è arrivata alla terza (e forse ultima) stagione.

Uno dei motivi del successo di Zelensky è l’estrema impopolarità di Poroshenko, l’oligarca che stravinse le elezioni del 2014, quelle tenute dopo la rivoluzione contro l’allora presidente filorusso Viktor Yanukovych. Poroshenko si impose al primo turno con il 54 per cento dei voti, presentandosi come baluardo contro la corruzione dilagante e l’influenza russa in Ucraina. Negli ultimi cinque anni ha collaborato con gli Stati Uniti e l’Unione Europea per prevenire qualsiasi espansione della Russia verso ovest, un tema diventato priorità assoluta dopo l’annessione russa della Crimea e la guerra iniziata in Ucraina orientale tra esercito ucraino e ribelli separatisti filorussi. Allo stesso tempo, però, non è riuscito a mantenere alcune delle sue promesse elettorali più importanti: non ha fatto abbastanza contro la corruzione e non ha venduto la sua società di produzione del cioccolato, la principale fonte delle sue ricchezze.

Petro Poroshenko arriva al suo seggio a Kiev il 31 marzo (Brendan Hoffman/Getty Images)

Volodymr Fesenko, presidente del Centro per gli studi politici applicati, centro studi ucraino con sede a Kiev, ha detto al New York Times che «la vittoria di Zelensky [al primo turno delle elezioni] è una protesta contro le vecchie élite e una richiesta di un cambio politico radicale, un radicale passo in avanti». Secondo un sondaggio condotto da Gallup a marzo, solo il 9 per cento degli ucraini si è detto fiducioso verso il governo, mentre il restante 91 per cento lo considera corrotto.

Nonostante i molti dubbi sull’operato di Poroshenko, il successo di Zelensky ha provocato reazioni molto preoccupate in Ucraina e all’estero, per due ragioni.

La prima è che Zelensky è molto meno lontano dalle élite e dagli oligarchi di quanto non voglia far sembrare. I suoi critici hanno sottolineato come Servitore del popolo, la serie tv che interpreta e che ha dato anche il nome al suo partito, è stata trasmessa dal canale televisivo di proprietà di Igor Kolomoisky, oligarca ucraino coinvolto in un grande scandalo con la sua banca PrivatBank: i due sono anche soci in affari. Nella seconda stagione di Servitore del popolo, Vasyl Holoborodko (l’insegnante di liceo) usa un termine volgare per dire al capo del Fondo Monetario Internazionale (FMI) di smettere di dettare le politiche economiche all’Ucraina. In realtà, ha scritto il giornalista Andrew Kramer sul New York Times, il FMI interruppe per un periodo gli aiuti al governo ucraino perché i soldi che arrivavano dall’estero finivano sistematicamente nel salvataggio della banca di Kolomoisky, invece che nei fondi destinati agli ospedali, alle scuole e all’esercito impegnato nella guerra contro i separatisti filorussi.

La seconda ragione di preoccupazione per il successo di Zelensky riguarda il suo approccio nei confronti della Russia, su cui per il momento si hanno ben poche informazioni.

Volodymyr Zelenskiy si prepara prima dell’inizio del suo show comico “La lega delle risate”, il 19 marzo a Kiev (Brendan Hoffman/Getty Images)

Pubblicamente Zelenksy ha negato di essere filorusso e ha detto che non avrebbe accettato di firmare alcun trattato di pace che prevedesse la cessione di territori alla Russia. Il Wall Street Journal ha scritto che funzionari e diplomatici occidentali che hanno incontrato di recente Zelensky a Kiev lo hanno trovato amichevole e concentrato sul suo nuovo ruolo, ma molto vago su qualsiasi piano su come risolvere il conflitto con la Russia e su come continuare la collaborazione iniziata da Poroshenko con i governi occidentali. All’inizio di aprile, Zelensky ha diffuso un video dai toni epici per invitare Poroshenko a tenere un dibattito pubblico allo Stadio Olimpico di Kiev. Nel video, Zelensky dice a Poroshenko: «Per rispetto di almeno un terzo dei cittadini ucraini [circa la percentuale di elettori che ha votato per lui al primo turno], devi dire pubblicamente che il dibattito si terrà non con un fantoccio del Cremlino, non con un fantoccio di Kolomoysky, non con un candidato filorusso, non con un Piccolo Russo, non con un imbecille, non con un clown, ma con il candidato presidente dell’Ucraina, Volodymyr Zelensky».


Non tutti però credono alle parole di Zelensky. Secondo Alexander Motyl, docente di scienze politiche della Rutgers University, nel New Jersey, e collaboratore del magazine Foreign Policy, Zelensky sarebbe «pericolosamente filorusso», perché questo è quello che emerge dalla serie tv Servitore del popolo. Nella serie, ha sottolineato Motyl, i personaggi che parlano ucraino (e non russo) sono spesso nazionalisti golpisti, e in nessun momento si fa riferimento all’annessione della Crimea, alla guerra in Ucraina orientale e ai tentativi russi di sfidare l’indipendenza ucraina: «Questa curiosa assenza suggerisce che Zelensky, che della serie è stato anche produttore esecutivo, non abbia idea di come trattare con una reale minaccia esistenziale contro l’Ucraina, o ancora peggio che non crede che ne esista una. Nel migliore dei casi, il presidente Zelensky sarà incline a commettere gravi errori nei suoi rapporti con Putin; nel peggiore, potrebbe essere disposto a fare concessioni che svuoterebbero di sovranità l’Ucraina».

Altri esperti, come per esempio Kramer del New York Times, ritengono però che l’elezione di Zelensky potrebbe essere un’opportunità: l’allontanamento della leadership ucraina post-rivoluzionaria, che secondo la Russia è arrivata al potere con un colpo di stato, potrebbe offrire al governo russo una via di uscita per mettere fine al conflitto con l’Ucraina e liberarsi allo stesso tempo dalle sanzioni occidentali, senza però perdere la faccia di fronte ai propri sostenitori.

Nonostante l’ampia vittoria al primo turno delle elezioni, ha scritto la giornalista Melinda Haring su Foreign Affairs, non c’è la sicurezza che Zelensky vinca anche il ballottaggio, soprattutto perché potrebbe pagare la maggiore esperienza di Poroshenko nei dibattiti. Zelensky ha parecchie vulnerabilità: per esempio non può contare su consiglieri esperti di sicurezza nazionale, mentre Poroshenko ha mostrato negli ultimi cinque anni di essere un presidente adatto ad affrontare i tempi di guerra, e non ha piani precisi su cosa farà l’Ucraina nella sua politica estera, mentre Poroshenko ha messo al centro della sua campagna elettorale l’idea di unirsi all’Unione Europea e alla NATO.

Zelensky potrebbe inoltre essere costretto a spiegare meglio i suoi rapporti con Kolomoisky, l’oligarca dello scandalo PrivatBank, che in diversi considerano essere il vero pianificatore della sua ascesa politica. Infine, per essere davvero efficace nella sua azione di governo, dovrà puntare a vincere anche le elezioni parlamentari che si terranno a ottobre, da cui verrà fuori un nuovo governo che sostituirà quello attuale controllato dal blocco di Poroshenko.