Una donna tedesca che si era unita all’Isis è a processo con l’accusa di aver lasciato morire di sete una bambina yazida di 5 anni che teneva come schiava

Jennifer W. si nasconde il volto in aula per il processo a suo carico per l'omicidio di una bambina yazida di 5 anni che teneva come schiava. (Peter Kneffel/dpa/dpa-Bildfunk/AP)
Jennifer W. si nasconde il volto in aula per il processo a suo carico per l'omicidio di una bambina yazida di 5 anni che teneva come schiava. (Peter Kneffel/dpa/dpa-Bildfunk/AP)

È iniziato il processo contro una donna tedesca di 27 anni, Jennifer W., che nel 2014 si era unita all’Isis e che è accusata di aver lasciato morire di sete una bambina yazida di 5 anni, che lei e suo marito avevano comprato come schiava insieme alla madre a Mosul, la città dell’Iraq a lungo controllata dallo Stato Islamico (o Isis). Secondo la ricostruzione del giornale tedesco Der Spiegel, la bambina era stata incatenata fuori dall’abitazione della coppia dopo che aveva bagnato il materasso su cui dormiva a causa di una malattia. Oltre ad essere accusata di omicidio, Jennifer W. deve affrontare anche le accuse di crimine di guerra e di appartenenza ad un’organizzazione terroristica. La madre della bambina, che ora si trova in Germania, è assistita da due avvocati tedeschi e dall’avvocato per i diritti umani Amal Clooney, che ha rappresentato altre persone di etnia yazida. Gli yazidi, che abitano una zona montuosa tra la Siria e l’Iraq, furono perseguitati a lungo dall’Isis, con uccisioni di massa e rapimenti.

Pochi mesi dopo la morte della bambina nel 2015, W. aveva lasciato l’Iraq e si era recata all’ambasciata tedesca di Ankara, in Turchia, per richiedere nuovi documenti: lì era stata fermata dai servizi di sicurezza turchi ed estradata in Germania. Una volta tornata a casa aveva cercato di ripartire per la Siria e raggiungere nuovamente lo Stato Islamico, ma era stata fermata grazie a un informatore dell’FBI che aveva finto di poterla riportare a Mosul.