Due studenti hanno truffato Apple per quasi un milione di dollari

Hanno inviato migliaia di iPhone contraffatti non funzionanti chiedendone la sostituzione, e Apple spesso ci è cascata mandando loro degli iPhone veri

(George Frey/Getty Images)
(George Frey/Getty Images)

Due studenti cinesi di un’università statunitense sono indagati per aver utilizzato migliaia di iPhone falsi per truffare Apple. Secondo l’accusa, Quan Jiang e Yangyang Zhou, che vivevano nell’Oregon grazie a un visto studentesco, avrebbero organizzato una truffa dal funzionamento piuttosto semplice: i due importavano iPhone contraffatti dalla Cina, poi li inviavano ad Apple sostenendo che fossero iPhone in garanzia che non funzionavano più, e Apple inviava loro in cambio un vero iPhone nuovo. Gli iPhone veri venivano poi rispediti in Cina e venduti per centinaia di dollari, di cui Jiang e Zhou prendevano una percentuale. Si stima che questa truffa sia costata ad Apple circa 900mila dollari (800mila euro).

L’indagine è iniziata due anni fa, dopo che alla dogana degli Stati Uniti erano stati sequestrati diversi pacchi provenienti da Hong Kong che contenevano iPhone falsi prodotti in Cina. Si scoprì che gli iPhone erano destinati tutti all’abitazione di Zhou, a Corvallis, in Oregon, e che facevano parte di un grosso giro di importazioni di prodotti contraffatti che coinvolgeva anche Jiang, vicino di casa di Zhou.

Secondo quanto riferito da Apple agli inquirenti, in tutto Jiang avrebbe richiesto la sostituzione di 3.069 iPhone falsi, di cui però solo 1.493 sono stati effettivamente sostituiti. Apple sostiene che tutti gli iPhone respinti perché contraffatti vengano di norma rispediti al mittente, ma Jiang ha detto di non aver mai ricevuto nessun prodotto indietro, né che tantomeno Apple lo avesse avvertito che stava facendo qualcosa di illegale.

Le richieste di sostituzione fatte a Apple sarebbero state motivate da Jiang sempre sostenendo che i telefoni avessero problemi con la batteria e che non si accendessero più. Secondo quanto riferito da un rappresentante di Apple, è stato proprio questo a garantire il successo della truffa: gli iPhone che arrivavano ad Apple, infatti, dall’esterno erano in tutto e per tutto uguali agli iPhone veri, ma dato che non si accendevano l’azienda decideva di sostituirli ancor prima che i tecnici si accorgessero che erano contraffatti. A differenza di quelli veri, gli iPhone contraffatti costano poco, a volte solo un centinaio di dollari, ma sono praticamente indistinguibili da quelli originali. In alcuni casi non sono simili solo esteriormente, ma riproducono quasi alla perfezione anche il sistema operativo di Apple, e accorgersi delle differenze è difficile persino per un occhio esperto.

Jiang ha raccontato agli inquirenti che alla truffa contribuivano anche diversi suoi amici e familiari negli Stati Uniti, e che la persona che rivendeva gli iPhone veri in Cina dava una parte del profitto a sua madre, che poi depositava il denaro in un conto corrente a cui Jiang poteva accedere anche dagli Stati Uniti. I procuratori federali hanno accusato Jiang di traffico di merci contraffatte e frode telematica, mentre Zhou è accusato di aver fornito informazioni false sui documenti di esportazione.