I problemi di privacy della piattaforma Rousseau

È stata di nuovo multata dal Garante per la scarsa sicurezza dei dati e delle votazioni, ma il Movimento 5 Stelle dice che la sanzione ha ragioni politiche

Il 4 marzo il Garante per la protezione dei dati personali – anche noto come garante della privacy – ha multato di 50 mila euro la piattaforma Rousseau (il sito internet dove si tengono le votazioni degli iscritti al Movimento 5 Stelle). Secondo il Garante per la privacy, la piattaforma «non gode delle proprietà richieste a un sistema di e-voting», cioè di votazione online, e non garantisce «la protezione delle schede elettroniche e l’anonimato dei votanti in tutte le fasi del procedimento elettorale elettronico». Alcune ore dopo la pubblicazione del provvedimento, il blog del Movimento 5 Stelle ha accusato il Garante della privacy di aver fatto un «uso politico» del suo ruolo, con un chiaro riferimento al fatto che l’autorità amministrativa indipendente sia presieduta da Antonello Soro, che dieci anni fa – tra il 2007 e il 2009 – era stato capogruppo del Partito Democratico alla Camera. Soro non è più parlamentare dal giugno 2012: si dimise prima di entrare in carica come presidente del Garante della privacy, e le critiche verso Rousseau vanno avanti ormai da parecchi anni.

Cosa ha detto il Garante della privacy
La multa nei confronti della piattaforma Rousseau è arrivata a chiusura di un’istruttoria aperta nel 2017 e fa riferimento a un «accertamento ispettivo» fatto il 12 e 13 novembre 2018. Da allora Rousseau ha adottato alcune modifiche per garantire maggiore libertà e segretezza di voto ma il garante non le ha ritenute sufficienti, perché «sono state evidenziate persistenti criticità». Nel provvedimento, pubblicato il 4 aprile e consultabile qui, il Garante della Privacy ha parlato di possibili problemi riguardo alla sicurezza e alla segretezza delle votazioni, e di scarsa protezione dei dati dei votanti. Oltre alla multa, il Garante ha detto che Rousseau dovrà prendere una serie di misure per rendere la piattaforma meno vulnerabile e per proteggere i dati dei votanti, ma anche per «assicurare l’ autenticità e la riservatezza delle espressioni di voto». La multa di 50mila euro si aggiunge tra l’altro a una di 32mila euro che il Garante aveva già emesso nel marzo 2018.

Cosa ha risposto il Movimento 5 Stelle
Rousseau non è uno strumento di proprietà del Movimento 5 Stelle né è gestito direttamente dal partito: semmai il contrario. È gestito dall’Associazione Rousseau, un’associazione senza scopo di lucro fondata da Gianroberto Casaleggio e ora controllata da suo figlio Davide insieme ad altri tre soci. Sul blog del Movimento 5 Stelle, l’Associazione Rousseau ha scritto:

L’Associazione Rousseau era stata multata anche un anno fa perché non era stato scritto il nome del fornitore di server dentro all’informativa in modo esplicito e il garante aveva fatto una serie di rilievi. Tutti questi rilievi sono stati presi in carico e ci siamo messi a lavorare per risolvere tutti i problemi che erano stati segnalati. Non solo li abbiamo risolti, abbiamo creato una nuova piattaforma di voto su tecnologie allo stato dell’arte mondiale come abbiamo comunicato al Garante prima che ci scrivesse.

Il testo pubblicato sul blog spiega poi, insistendo sul fatto che Soro sia «ex capogruppo PD», che il Garante «ha deciso di multare nuovamente Rousseau per un sistema di voto che non è quello utilizzato oggi e che non è più online». Il Garante delle privacy non è una singola persona ma, come spiega il sito dell’autorità, «un organo collegiale, composto da quattro membri eletti dal Parlamento, i quali rimangono in carica per un mandato di sette anni non rinnovabile».

Il Garante viene poi accusato di aver pubblicato il provvedimento proprio mentre sulla piattaforma era in corso il secondo turno delle “Europarlamentarie 2019”, con cui il M5S «sta scegliendo i suoi candidati per le elezioni europee». Il voto si è concluso ieri sera, con 32.240 votanti. Nel testo viene anche lasciato intendere che il Garante tratti in modo diverso il M5S e gli altri partiti, e che alcuni giorni prima della pubblicazione del provvedimento abbia permesso una «fuga di notizie», facendo avere l’esito dell’istruttoria «al quotidiano finanziato con soldi pubblici Il Foglio».

Il 2 aprile un articolo sul blog del M5S a firma di Davide Casaleggio parlava comunque dell’arrivo di una nuova piattaforma di voto: «Sarà la nuova piattaforma Rousseau, sulla quale stiamo lavorando ormai da diversi mesi e che a poco a poco renderemo disponibile a tutti gli iscritti». Aggiungeva poi: «Sul fronte privacy, abbiamo fatto tesoro delle osservazioni che il Garante aveva mosso in passato e siamo anche andati oltre, per garantire un alto standard di tutela per tutti gli iscritti».