È stato chiuso l’insolito e discusso processo contro i quattro dirigenti pubblici accusati di danno erariale per quasi 4 miliardi di euro

L'ex ministro dell'Economia Vittorio Grilli, uno degli imputati del processo. (ANSA/ANDREA BUTTI)
L'ex ministro dell'Economia Vittorio Grilli, uno degli imputati del processo. (ANSA/ANDREA BUTTI)

La prima sezione centrale d’appello della Corte dei Conti ha confermato la sentenza di primo grado con cui era stato chiuso il processo contro l’ex direttrice generale del dipartimento del debito pubblico del Tesoro Maria Cannata, gli ex ministri dell’Economia Vittorio Grilli e Domenico Siniscalco e l’ex direttore generale del Tesoro Vincenzo La Via. La sentenza di appello ha confermato quella di primo grado in cui si era individuato un difetto di giurisdizione: il processo, in pratica, non era di competenza della Corte dei Conti ma al tribunale civile.

I quattro erano stati protagonisti di un caso insolito e discusso, per alcune particolarità dell’accusa di danno erariale: per prima cosa, non erano accusati di avere agito con dolo, cioè con consapevolezza, ma di aver gestito con “negligenza” alcuni debiti che lo Stato aveva contratto con la banca Morgan Stanley; nei loro confronti, poi, la procura voleva applicare il principio della responsabilità illimitata, un principio giuridico abbandonato da decenni per cui i vertici di un’azienda o ente pubblico vanno ritenuti responsabili dei danni provocati dalle loro decisioni.