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  • Domenica 24 febbraio 2019

A Cuba si vota la nuova Costituzione

Prevede qualche cambiamento economico e sociale, come il riconoscimento della proprietà privata, ma nessuna novità nel sistema politico, che rimarrà basato su un unico partito

Il presidente cubano Miguel Diaz-Canel e la moglie Lis Cuesta aspettano il loro turno per votare la nuova Costituzione (Yamil Lage/Pool Photo via AP)
Il presidente cubano Miguel Diaz-Canel e la moglie Lis Cuesta aspettano il loro turno per votare la nuova Costituzione (Yamil Lage/Pool Photo via AP)

Domenica a Cuba si tiene un referendum sulla nuova Costituzione. Il testo, di cui si discute da mesi e che è stato approvato lo scorso dicembre dal Parlamento cubano, prevede qualche limitato cambiamento nel sistema economico e sociale del paese, come il riconoscimento della proprietà privata, ma nessuna svolta nel sistema politico, che continuerà a ruotare attorno alla presenza di un solo partito, quello comunista. I seggi rimarranno aperti dalle 7 alle 18 ora locale (dalle 13 a mezzanotte ora italiana) e i risultati non si sapranno prima di lunedì.

La proposta, sostengono diversi analisti, riflette la progressiva apertura di Cuba verso l’esterno iniziata alla fine del 2014 con i colloqui tra il regime cubano e l’allora governo statunitense di Barack Obama. Nel testo della Costituzione che si vota oggi ci sono alcuni riferimenti alla proprietà privata, agli investimenti esteri, alle piccole aziende, all’identità di genere, a Internet, e al diritto di avere una rappresentanza legale dopo l’arresto. È previsto inoltre qualche cambio istituzionale, come l’introduzione della figura del primo ministro e l’imposizione di un limite di mandati per il presidente.

Reuters ha scritto che molti cubani evangelici potrebbero votare contro la proposta della nuova Costituzione, perché timorosi che possa aprire alla possibilità di legalizzare i matrimoni gay (anche se l’articolo contestato dagli evangelici è stato rimosso). Contrari al testo sono anche gli oppositori del regime e gli esiliati, che tra le altre cose hanno accusato il governo di avere monopolizzato a proprio favore l’informazione in vista del voto di oggi. La Costituzione in vigore fino a oggi fu approvata nel 1976 con il 97,8 per cento dei voti.