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  • Mercoledì 20 febbraio 2019

Michelle Hunziker è contenta di essere stata alla larga da “Adrian”

Doveva collaborare con la discussa serie tv di Celentano, ma ha raccontato al Corriere di come se ne sia allontanata subito

Il Corriere della Sera ha pubblicato un’intervista in cui la conduttrice tv Michelle Hunziker spiega perché, dopo aver partecipato ad alcune prove, ha deciso di non collaborare ad Adrian, la trasmissione di Adriano Celentano le cui prime quattro puntate sono andate in onda su Canale 5. Intervistata da Maria Volpe, Hunziker ha detto che «è stato impossibile lavorare in quelle condizioni in cui nessuno sapeva cosa fare» e che Celentano si presentava alle prove raramente, e comunque con ore di ritardo. Ma soprattutto ha detto che dopo aver visto la serie animata Adrian ha pensato: «Con il senno di poi ho fatto assolutamente la scelta giusta».

Volpe le ha chiesto: «Che intende: non aveva visto il cartone prima di prendere parte al progetto? E cosa c’era di sconveniente?». Hunziker ha quindi spiegato che la serie animata trasmette un messaggio non compatibile con il suo ruolo di presidente di un’associazione per i diritti delle donne:

Assolutamente no, non ci è stato mostrato il cartone. L’ho visto da casa. C’è un momento in cui il protagonista (Celentano), in versione supereroe, salva due ragazze, molto sexy, che sono state aggredite da un gruppo di malviventi che hanno cercato di stuprarle. Si rivolge loro e dice: “Se aveste bevuto qualche bicchierino in meno forse avreste evitato l’increscioso approccio con quei tipi loschi”. Sinceramente quella scena mi ha raggelato. Io sono Presidente di un’Associazione, Doppia Difesa, che difende le donne e il primo messaggio che diamo è che le vittime di violenza non devono mai sentirsi in colpa per nulla, per nessun motivo. Il mio ruolo e i miei valori sono incompatibili con messaggi di questo tipo. E mi riferisco esclusivamente al cartone non al live.

Adrian è una serie tv a cui Celentano ha lavorato per quasi dieci anni e si dice sia costata diversi milioni di euro. Per ora sono andate in onda quattro puntate delle nove previste: ogni sera c’era una sorta di introduzione (“Aspettando Adrian”, quella a cui avrebbe dovuto collaborare Hunziker) a cui seguiva Adrian, la serie vera e propria.

La serie è ambientata nel futuro e il protagonista è una sorta di Celentano giovane e fico, che però ha anche diversi alter ego. Se ne era parlato come di una serie di Milo Manara, che però ha successivamente spiegato di aver avuto un ruolo marginale, anni fa. La prima puntata di Adrian è andata in onda il 21 gennaio su Canale 5: nonostante le grandi attese, ha fatto poco meno del 20 per cento di share e il dato è sceso puntata dopo puntata, tra moltissime critiche. La quarta puntata, andata in onda il 4 febbraio, ha fatto il 7,6 per cento di share. Il 6 febbraio Celentano ha detto di avere «un malanno di stagione» e la serie è sospesa da allora, senza informazioni su quando riprenderà.

Doppia Difesa, l’associazione di cui parla Hunziker, esiste dal 2007 e lei la fondò insieme a Giulia Bongiorno, che ora è ministro per la Pubblica amministrazione. Ha lo scopo di aiutare le donne vittime di violenza e nell’intervista Hunziker ha parlato di un recente progetto noto come Codice Rosso:

È partito il cammino parlamentare della nostra proposta di legge che dice che nell’arco di 72 ore dalla denuncia di una donna, perseguitata da un uomo, c’è l’obbligo di intervenire: il giudice deve sentire la vittima e occuparsi del caso. Potrebbe essere davvero una svolta. Io ho fatto firmare ai leader dei maggiori partiti italiani – Salvini, Di Maio, Berlusconi, Martina — l’impegno a far passare la legge. Il primo (in ordine di tempo) ad aderire fu Salvini che mi disse: “Se vado al governo, mi occupo subito di Codice rosso. Effettivamente è stato così».

Hunziker ha anche parlato del suo futuro lavorativo – «Ad aprile “Striscia la notizia” con Gerry Scotti. A settembre un nuovo format su Canale 5 strepitoso, legato alla musica» – e del Festival di Sanremo. Ha definito “stucchevole” la polemica su Mahmood, il vincitore, e ha aggiunto, riguardo alle polemiche sul voto:

Certo se devi decidere a chi dare la maggioranza per decretare il vincitore, va data senza dubbio al pubblico, dunque al televoto: chi vota spende i soldi, e Sanremo è popolare e deve restare tale. Se io sono pop e arrivo alla gente, evidentemente ho catturato qualcosa che tutti desiderano. Dunque ho vinto.