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  • Giovedì 14 febbraio 2019

Almeno 33 poliziotti sono morti in un attacco terroristico in Kashmir

È il più grave dal 2016: secondo i giornali indiani è stato rivendicato dal gruppo islamista pakistano Jaish e Mohammed

Un pullman danneggiato dall'esplosione a Pampore, in Kashmir, il 14 febbraio 2019 (AP Photo/Dar Yasin)
Un pullman danneggiato dall'esplosione a Pampore, in Kashmir, il 14 febbraio 2019 (AP Photo/Dar Yasin)

Vicino a Pampore, una città dello stato indiano del Jammu e Kashmir, un convoglio di pullman della Central Reserve Police Force (CRPF), la principale forza di polizia indiana, è stato attaccato e uno dei pullman è stato fatto esplodere facendolo scontrare con un veicolo carico di esplosivo guidato da un attentatore suicida. L’agenzia di stampa Associated Press, citando funzionari di polizia, dice che almeno 33 poliziotti sono morti e 20 sono stati feriti. Molti feriti sono in condizioni gravi e quindi il numero dei morti potrebbe salire. Altri cinque bus del convoglio sono stati danneggiati dall’esplosione. A bordo del pullman esploso c’erano almeno 35 persone.

L’esplosione è avvenuta lungo un’autostrada a circa 20 chilometri da Srinagar, la principale città la principale città dello Jammu e Kashmir, in cui si trova la regione da sempre contesa tra India e Pakistan. Il governatore del Kashmir Satya Pal Malik  ha accusato il Pakistan di essere responsabile dell’attacco. Secondo il quotidiano Greater Kashmir l’attacco è stato rivendicato dal gruppo islamista pakistano Jaish e Mohammed, ma sulle questioni che riguardano il Kashmir molti giornali indiani non sono imparziali. Sui social network è circolato un video di 9 minuti in cui il presunto attentatore, identificato come un noto ribelle del Kashmir, parla dell’attentato.

La maggior parte degli abitanti del Kashmir è musulmana e vorrebbe essere annessa al Pakistan o l’indipendenza dall’India. Quello di oggi è il più grave attentato nella regione da quando nel 2016 17 soldati indiani furono uccisi in una base di Uri.