La Commissione Europea ha abbassato le stime di crescita dell’Italia

Dall'1,2 allo 0,2 per cento, il dato di gran lunga più basso tra i paesi che adottano l'euro

(ARIS OIKONOMOU/AFP/Getty Images)
(ARIS OIKONOMOU/AFP/Getty Images)

La Commissione Europea ha abbassato le stime di crescita per il PIL italiano nel 2019, passando dall’1,2 per cento allo 0,2 per cento (come anticipato ieri dall’ANSA), rispetto all’1,3 per cento di aumento medio nell’Eurozona. 

Le prime stime si riferiscono alla valutazione fatta nel novembre 2018 (la trovate qui a pagina 13), che consideravano già l’Italia una delle economie a crescita più lenta di tutta l’Unione Europea. Il dato è inferiore sia alle stime fatte dal governo Conte, secondo cui il PIL aumenterà dell’1 per cento nel 2019 nonostante oggi l’Italia sia in recessione, sia a quelle fatte da Banca d’Italia e Fondo Monetario Internazionale, secondo cui la crescita si fermerà allo 0,6 per cento.

Il commissario europeo per gli Affari economici Pierre Moscovici ha spiegato che la stima al ribasso del PIL italiano si deve al calo della domanda interna, in particolare per quanto riguarda gli investimenti, all’incertezza delle politiche del governo e all’aumento dei costi di finanziamento. Oltre a quella italiana hanno subìto delle revisioni al ribasso anche le economie di Germania e Paesi Bassi: per la prima la stima di crescita del PIL è passata dall’1,8 per cento di novembre all’1,1, mentre per l’Olanda è passata dal 2,4 per cento all’1,7.