Quelli che ricevono prodotti gratis da Amazon

Fanno parte di un programma messo in piedi allo scopo di avere recensioni affidabili e di qualità, ma è meno entusiasmante di quanto sembri

(Justin Sullivan/Getty Images)
(Justin Sullivan/Getty Images)

Quando si fa una ricerca su Amazon, trovare il prodotto giusto da acquistare non è sempre un’operazione semplice. Gli oggetti tra cui scegliere in una stessa categoria sono spesso centinaia e talvolta, se non si conosce bene quello che si cerca, ci si accontenta del primo della lista. Al posizionamento dei prodotti nei risultati di ricerca di Amazon contribuiscono sia il numero di volte che altri utenti hanno visionato quel prodotto che le recensioni ricevute, e ovviamente i venditori possono anche decidere di sponsorizzare i loro prodotti per presentarli più in alto: ma meno le recensioni saranno positive, più i venditori dovranno pagare per tirare su i loro prodotti. Per questo motivo le recensioni stanno diventando un fattore sempre più importante nell’e-commerce, e da alcuni anni Amazon sta cercando di migliorarne la qualità coinvolgendo alcuni recensori in un programma chiamato “Amazon Vine”.

I recensori professionisti

Amazon Vine è un programma che esiste dal 2007, e a cui si può partecipare solo su invito. Non si sa esattamente in base a quali criteri Amazon selezioni queste persone, quelle che chiama “Voci Vine”, ma la versione ufficiale è che «i clienti che redigono costantemente recensioni utili e sviluppano una reputazione per l’esperienza maturata in specifiche categorie di prodotti hanno maggiori probabilità di essere invitati al programma». Chi è iscritto al programma riceve gratuitamente da Amazon prodotti da recensire, a volte prima che escano sul mercato: in alcuni casi per loro scrivere recensioni è diventato quasi una professione. Il New York Times ha raccontato le storie di alcune di queste persone le cui case sono invase ogni giorno da decine di scatole, ma le cui vite a volte sono meno invidiabili di quanto si possa credere.

È il caso di K. T., una donna statunitense di 54 anni che fa parte del programma da circa tre anni, e la cui casa è ormai composta quasi del tutto da oggetti ricevuti gratuitamente da Amazon. Il divano del salotto, gli utensili della cucina, i quadri che decorano le pareti, il materasso del letto, i tappeti, il condizionatore: tutto le è stato dato da Amazon. Per entrare in casa sua bisogna superare un porticato pieno delle scatole che i corrieri le lasciano ogni giorno davanti alla porta, e per evitare il rischio che arrivino dei ladri a rubarle c’è una telecamera di sorveglianza: anche quella donata da Amazon, ovviamente.

Per K.T. e per molte di tutte le altre “Voci Vine”, far parte di questo programma è ormai quasi una professione, anche se non si guadagnano soldi ma oggetti. Dal 2015 negli Stati Uniti bisogna pagare le tasse anche sui beni ricevuti in regalo, se superano un certo valore, e i recensori più attivi possono pagare anche decine di migliaia di dollari all’anno. C’è poi la questione del possesso effettivo degli oggetti: quelli con marchio Amazon possono essere tenuti dalle “Voci Vine”, mentre gli altri possono essere richiamati dai venditori fino a sei mesi dopo la consegna. Come spiega il New York Times, però, questo accade raramente, e spesso le “Voci Vine” li rivendono o li donano, anche solo per fare un po’ di spazio in casa o per non pagare troppe tasse.

Quando fu avviato nel 2007,  il programma era molto meno sofisticato di come è oggi. Gli iscritti ricevevano via mail una volta al mese una lista degli oggetti disponibili, in numero limitato, e solo i primi a sceglierli potevano riceverli. Era una sorta di gara di velocità e, come hanno raccontato alcuni di loro al New York Times, era una cosa piuttosto eccitante. Dal 2016 però le cose sono cambiate: ora non c’è più nessuna email mensile ma due liste – una personalizzata e una uguale per tutti – fra cui si possono scegliere tutti gli oggetti che si vogliono, senza limiti.

Dal 2017 è stato anche chiuso un forum, ospitato dal sito di Amazon, che era riservato alle “Voci Vine”. Era un luogo per discutere della loro “professione”, darsi consigli o semplicemente chiacchierare, e molti di loro, che in questi anni hanno fatto anche amicizia, si sono spostati su altri siti, come Reddit, Craiglist e Goodreads. «Siamo uguali a qualsiasi club del cucito o del libro», ha raccontato K. T. «Ci si incontra o si chiacchiera su qualsiasi interesse comune».

È bello fino a un certo punto

Ricevere ogni giorno oggetti gratis può sembrare il sogno di molti, ma chi partecipa ad Amazon Vine con serietà lo fa come se fosse un lavoro, con tutte le responsabilità che questo comporta. E in alcuni casi vivere ricevendo in continuazione prodotti da recensire può diventare frustrante, difficilmente tollerabile per un lungo periodo.

Diverse “Voci Vine” hanno lamentato di aver perso interesse nel normale acquisto di oggetti, da quando li ricevono gratuitamente da Amazon; lo scorso anno una ex “Voce Vine” ha raccontato su Reddit che, dopo essere stata espulsa dal programma, si è sentita sorprendentemente sollevata. «Praticamente tutta casa mia è arredata grazie ad Amazon Vine. Mangio con Amazon Vine. Mi lavo con Amazon Vine. Avevo smesso di scegliere quello che volevo».

C’è anche chi ha scelto volontariamente di abbandonare Amazon Vine, non riuscendo più a sopportare la mole di oggetti da recensire ogni giorno. È il caso di Diana de Avila, che ha deciso di rinunciare al programma quando si è resa conto di aver perso tutta la voglia e l’entusiasmo che aveva inizialmente. De Avila, che soffre di sclerosi multipla e che in passato è stata anche suora per sette anni, ha raccontato che lavorare come “Voce Vine” l’aveva aiutata a dare un nuovo senso alla sua vita, ma a un certo punto ha capito di aver perso il contatto con la realtà. «Stava diventando difficile persino essere entusiasti nel ricevere regali dalle persone».

Quelli che vogliono comprare recensioni

Il mondo dei recensori di professione non è del tutto limpido. Nei profili personali di queste persone su Amazon è indicato che partecipano al programma, ma non sono contenute informazioni particolarmente precise: in questo modo i venditori non possono provare a influenzare le recensioni dei loro prodotti. Il New York Times è riuscito però a trovare lo stesso dei siti Internet in cui i loro indirizzi email, probabilmente hackerati da qualcuno, erano stati messi in vendita.

Ricevere molte recensioni positive può significare finire in una delle prime posizioni nei risultati di ricerca, e per i venditori scorretti la via più veloce per vedere il proprio prodotto in cima alla lista è cercare di comprare le recensioni. Il mercato delle recensioni si sviluppa soprattutto su gruppi Telegram o Facebook, in cui ci si scambia privatamente denaro in cambio di un buon voto a un oggetto su Amazon. Da questo punto di vista il fatto che i recensori iscritti ad Amazon Vine siano segnalati come tali dovrebbe essere una garanzia di veridicità, ma stabilire con sicurezza che una recensione non sia stata in qualche modo influenzata da qualcuno è molto complesso. Amazon comunque effettua costantemente controlli sulle “Voci Vine”, e non è raro che queste si trovino il proprio account bloccato da un giorno all’altro dopo che Amazon ha trovato qualcosa di sospetto nelle loro recensioni.