Il Piemonte ha fatto ricorso alla Corte Costituzionale contro il cosiddetto “decreto sicurezza”

Migranti sgomberati dall'ex villaggio olimpico di Torino nell'agosto del 2018. (ANSA/ ALESSANDRO DI MARCO)
Migranti sgomberati dall'ex villaggio olimpico di Torino nell'agosto del 2018. (ANSA/ ALESSANDRO DI MARCO)

La regione Piemonte ha fatto ricorso alla Corte Costituzionale contro il cosiddetto “decreto sicurezza”, cioè la legge voluta dal ministro dell’Interno Matteo Salvini che restringe le possibilità di accoglienza e i diritti degli stranieri, anche quelli regolari. Il presidente del Piemonte, Sergio Chiamparino, aveva spiegato che «esistono le condizioni giuridiche per il ricorso alla Consulta: il decreto, impedendo il rinnovo del permesso di soggiorno per motivi umanitari, avrà ripercussioni sulla gestione dei servizi sanitari e assistenziali, di nostra competenza, che la Regione ha finora erogato ai migranti interessati».

Il “decreto sicurezza” ha causato un forte scombussolamento nel sistema di accoglienza dei migranti, che in moltissimi casi sono finiti per strada anche se in possesso di un permesso di soggiorno per motivi umanitari. Diversi amministratori locali di centrosinistra si sono opposti al decreto: alcuni sindaci si sono rifiutati di applicarlo nelle loro città, ma Chiamparino è il primo a presentare un ricorso alla Corte Costituzionale. Anche Sardegna e Toscana hanno iniziato una procedura analoga, e sembra che voglia farlo anche la Basilicata.