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  • Mercoledì 30 gennaio 2019

I Paesi Bassi daranno il permesso di soggiorno a 600 bambini rifugiati e alle loro famiglie

Ma per via di un accordo politico, la legge in base a cui riceveranno il permesso sarà successivamente abolita

Una manifestazione contro il rimpatrio forzato di due adolescenti armeni, L'Aia, 6 settembre 2018. (ROBIN VAN LONKHUIJSEN/AFP/Getty Images)
Una manifestazione contro il rimpatrio forzato di due adolescenti armeni, L'Aia, 6 settembre 2018. (ROBIN VAN LONKHUIJSEN/AFP/Getty Images)

Nei Paesi Bassi i quattro partiti della coalizione di governo hanno raggiunto un accordo per garantire il permesso di soggiorno a circa 600 bambini rifugiati – e alle loro famiglie – che rientrano nei criteri del kinderpardon, una forma di sanatoria che protegge i diritti dei bambini che hanno vissuto nei Paesi Bassi per almeno cinque anni ma la cui richiesta di asilo è stata rifiutata, o per cui le condizioni del soggiorno della loro famiglia sono cambiate. In totale si parla di circa 1.300 persone.

In cambio il Partito Popolare per la Libertà e la Democrazia (VVD), il partito liberale del primo ministro Mark Rutte, ha ottenuto che le politiche sull’immigrazione e l’asilo vengano riviste e diventino più severe, e che il kinderpardon venga abolito. Nei giorni scorsi il governo olandese era andato in crisi perché i tre alleati del VVD – l’Appello Cristiano democratico (CDA), i Democratici 66 (D66) e l’Unione Cristiana (CU) – avevano chiesto di prolungare il kinderpardon.

Per le famiglie di rifugiati la cui domanda di asilo era stata rifiutata, in molti casi questa possibilità rappresentava l’ultima opzione legale di prolungare la loro permanenza nel paese, dal momento che il permesso di soggiorno poteva essere esteso anche ai familiari. Attualmente più del 90 per cento delle richieste per poter usufruire del kinderpardon viene rifiutata. Anche la famiglia armena che era stata protetta da una parrocchia protestante dell’Aia, dove dal 26 ottobre va avanti una funzione religiosa per impedirne l’espulsione, aveva fatto richiesta per il kinderpardon, ma le era stato rifiutato.

Con l’accordo raggiunto martedì tra i partiti di governo 600 bambini, compresi i figli della famiglia armena dell’Aia, potranno ottenere un permesso di soggiorno e rimanere nei Paesi Bassi, ma il kinderpardon come prassi decadrà: d’ora in poi sarà il Servizio per l’immigrazione e la naturalizzazione del ministero della Giustizia a occuparsi delle richieste future e il ministro dell’Immigrazione perderà i poteri discrezionali nel concedere l’asilo ai minori in casi eccezionali.

I casi in analisi dal Servizio per l’immigrazione e la naturalizzazione per accedere al kinderpardon erano circa 700: le domande rifiutate sono dovute al fatto che i minori  hanno dei familiari con precedenti penali o che hanno avuto problemi con la giustizia nei Paesi Passi e molto probabilmente verranno rimpatriati insieme alle loro famiglie. I Paesi Bassi chiederanno anche che il numero di rifugiati che vengono ricollocati sul loro territorio nel quadro del programma delle Nazioni Unite passi da 750 a 500 rifugiati all’anno.

«Abbiamo dovuto trovare un nuovo equilibrio e penso che abbia funzionato», ha detto dopo l’incontro con gli altri partiti il capogruppo del VVD alla Camera dei deputati, Klaas Dijkhoff. I parlamentari discuteranno l’accordo mercoledì, ma secondo i giornali olandesi la maggioranza dei parlamentari era già favorevole a un cambiamento della normativa sull’amnistia per i minori.