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  • Domenica 20 gennaio 2019

I Democratici hanno rifiutato la proposta di Trump per far finire lo “shutdown”

L'accordo per “riaprire” il governo prevedeva delle concessioni sull'immigrazione in cambio dei finanziamenti per il muro

Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump durante una dichiarazione sull'immigrazione e il muro che vorrebbe costruire al confine col Messico nello Studio Ovale, il 19 gennaio 2019 (BRENDAN SMIALOWSKI/AFP/Getty Images)
Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump durante una dichiarazione sull'immigrazione e il muro che vorrebbe costruire al confine col Messico nello Studio Ovale, il 19 gennaio 2019 (BRENDAN SMIALOWSKI/AFP/Getty Images)

Sabato il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha proposto ai Democratici un accordo per mettere fine allo “shutdown“, la parziale chiusura delle attività del governo e dei servizi pubblici cominciata lo scorso 21 dicembre, ma i Democratici l’hanno rifiutato. Trump aveva nuovamente chiesto i 5,7 miliardi di dollari per la costruzione del muro al confine col Messico, in cambio di due concessioni: permessi di soggiorno temporanei a 300mila persone provenienti da paesi afflitti da disastri naturali o guerre e altri tre anni di permessi di lavoro per 700mila immigrati irregolari arrivati negli Stati Uniti da bambini, i cosiddetti “dreamers”.

Trump aveva presentato la sua proposta durante un discorso alla Casa Bianca, nella stessa giornata in cui per la prima volta ha presenziato a una cerimonia di naturalizzazione, per cercare di mostrarsi favorevole all’immigrazione regolare. Poi avrebbe voluto proporre l’accordo davanti alla Camera, ma la speaker Nancy Pelosi, la Democratica più alta in grado al Congresso, l’ha rifiutata ancora prima che Trump potesse esporla. Il senatore Chuck Schumer, capo dei Democratici al Senato, ha definito la proposta «non un compromesso, ma piuttosto una presa di ostaggi».

I Democratici hanno rifiutato l’accordo non solo perché si sono impegnati a non accettare nessun compromesso che prevedesse il finanziamento per la costruzione del muro, ma anche perché ritenevano le concessioni di Trump insufficienti. Hanno molto criticato la proposta perché era stato lo stesso Trump a revocare quei permessi di soggiorno e lavoro, e perché nell’accordo non era prevista una soluzione definitiva per i “dreamers”.

Lo shutdown è dovuto al disaccordo tra Repubblicani e Democratici sulle leggi di bilancio. Circa 800mila persone, un quarto dei dipendenti del governo federale, non hanno ricevuto il primo stipendio dell’anno a causa della chiusura dei servizi pubblici. È lo shutdown più lungo che ci sia mai stato, ma il numero di persone coinvolte è molto minore rispetto ai casi del passato. Il Congresso ha già approvato una legge che, alla fine dello shutdown, darà diritto a tutti i dipendenti federali di ricevere lo stipendio per il periodo di chiusura del governo.

Secondo i sondaggi, la maggior parte degli americani incolpa il presidente per lo shutdown, per questo i suoi consiglieri gli avevano suggerito di trovare una soluzione. Se il governo non riaprirà entro martedì, i dipendenti pubblici coinvolti nello shutdown non riceveranno nemmeno il secondo stipendio dell’anno.