Com’è la situazione dei rifiuti in Campania

Il Corriere della Sera l'ha spiegata, dopo lo scontro tra Matteo Salvini e Luigi Di Maio sui termovalorizzatori

Un deposito di ecoballe a Giugliano, in provincia di Napoli (ANSA/CESARE ABBATE)
Un deposito di ecoballe a Giugliano, in provincia di Napoli (ANSA/CESARE ABBATE)

Dopo lo scontro sui termovalorizzatori tra il ministro dell’Interno Matteo Salvini e il ministro del Lavoro e dello Sviluppo economico Luigi Di Maio, si è tornati a parlare della questione dei rifiuti in Campania. Sul Corriere della Sera Fulvio Bufi ha fatto il punto della situazione, spiegando che anche se per il prossimo futuro non sono previste crisi dei rifiuti come quella del 2007-2008, ci sono ancora molti problemi. Ad esempio, in Campania si ricicla solo il 50 per cento dei rifiuti (a Napoli il 38 per cento), mentre per l’Unione Europea bisognerebbe raggiungere il 65 per cento, superato in molte regioni italiane. C’è poi la questione delle ecoballe, i cilindri di grosse dimensioni in cui si compattano i rifiuti solidi urbani, eliminate le parti non combustibili e le materie organiche: la Campania deve smaltirne 5 milioni e mezzo di tonnellate.

Se c’è una cosa che, superando qualunque rivalità di campanile, accomuna chi vive nelle cinque province della Campania, è l’incubo che si possa tornare, presto o tardi, a quei giorni a cavallo tra il 2007 e il 2008, quando le strade scoppiavano di spazzatura, le città puzzavano e chi governava non era capace di trovare una soluzione per uscire da quella vergogna. Per esempio, a Napoli, chi sta dalla parte del sindaco de Magistris e vuole difenderlo dalle critiche, alla fine ricorre sempre al la stessa frase: «…però con lui non abbiamo più avuto le montagne di munnezza». Perché la crisi devastante di dieci anni fa è rimasta nella memoria, di chi la subì davvero come un trauma, e qualunque segnale che possa riportare a quei giorni viene percepito come le scosse di assestamento in una zona devastata da un terremoto.

Quindi è chiaro che le parole di Salvini sulla necessità di realizzare altri termovalorizzatori non siano passate inosservate. E, che abbia ragione lui o Di Maio, che sugli inceneritori la pensa in maniera opposta al collega di governo, la questione rifiuti in Campania si è riaperta, anche se senza spazzatura in strada. Però a questo punto conviene capirci di più e vedere se davvero dieci anni sono serviti a scongiurare per sempre un altro scempio, che quando avvenne non fu solo ambientale ma anche sociale.

(Continua a leggere sul Corriere della Sera)