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  • Giovedì 8 novembre 2018

Che si dice di “Senza lasciare traccia”, da oggi al cinema

È diretto dalla regista di "Un gelido inverno": ai critici è piaciuto molto ed è un'ottima occasione per conoscere una giovane e promettente attrice

Senza lasciare traccia, che è nei cinema da oggi, parla di un uomo e della figlia di 13 anni che vivono isolati dal resto del mondo, in un bosco vicino a Portland, in Oregon. Succede però che qualcuno li scopra e provi a farli vivere in un altro modo, più normale: in una casa, lavorando e andando a scuola. Ma non è ovviamente così facile, almeno non per entrambi. La regista del film è Debra Granik, nota e apprezzata per Un gelido inverno, e ci recitano Ben Foster e Thomasin McKenzie, che è nata nel 2000 ed è un’attrice di cui probabilmente sentirete parlare nei prossimi anni. Il film è tratto dal romanzo My Abandonment, scritto nel 2009 e ispirato a una storia vera.

Senza lasciare traccia esce in Italia dopo essere stato presentato al Sundance Film Festival e dopo essere passato dal Festival di Cannes, alla Quinzaine des Réalisateurs. È piaciuto a molti critici per tutti e tre i motivi per cui può piacere un film: per gli attori che ci recitano, per la storia che racconta e per il modo in cui lo fa.

Gli attori che ci recitano (e la regista che lo ha diretto)
Ben Foster è americano, ha 38 anni e nel film interpreta Will, il padre. È probabile che l’abbiate visto altrove, prima di Senza lasciare traccia. Ma è anche possibile che non capiate subito che è lui, perché in Senza lasciare traccia ha una folta barba e sembra più vecchio. Foster ha recitato in The Punisher, in Alpha Dog e in Ingannevole è il cuore più di ogni cosa, di Asia Argento. È stato il mutante Angelo in X-Men – Conflitto finale, il fuorilegge Charlie Prince nel western Quel treno per Yuma, un assassino in Professione assassino, lo scrittore William S. Burroughs in Giovani ribelliil ciclista Lance Armstrong in The Program, un ex detenuto in Hell or High Water e un potente mago in Warcraft – L’inizio. Insomma, ne ha fatte. Ha spesso avuto ruoli da caratterista, cioè da importante non-protagonista, e il sito Film School Rejects ha scritto che ha avuto una notevole crescita e che «pochi attori possono dire di aver messo a curriculum film così diversi come Warcraft e Senza lasciare traccia», un film senza alcun effetto speciale, in cui Foster parla poco ma viene inquadrato spesso.

Thomasin McKenzie invece è neozelandese, ha 18 anni e nel film interpreta la figlia tredicenne di Will. In Senza lasciare traccia ha il suo primo ruolo importante e anzi, tra i due, la protagonista è lei. Vulture ne ha parlato come della possibile “nuova Jennifer Lawrence”, la quale cambiò la sua carriera proprio grazie a un film di Granik. McKenzie ha raccontato che le scene più difficili sono state quelle in cui doveva mostrare di soffrire il freddo, perché sono state girate mentre in realtà faceva molto caldo. Prima del film, sia lei che Foster hanno fatto diversi corsi sulla vita all’aria aperta, per sembrare a proprio agio nell’interpretare i rispettivi personaggi.

Debra Granik, la regista, ha 55 anni e Senza lasciare traccia è il suo quarto film. Il primo, Down to the Bone, uscì nel 2004 ed era un film drammatico su una donna che deve nascondere al figlio la sua dipendenza dalla droga. In Un gelido inverno, del 2008, Jennifer Lawrence era una ragazza che deve ritrovare il padre, spacciatore di metanfetamine, perché altrimenti la loro fattoria sarà confiscata. Stray Dogs, documentario del 2010, parla «di un burbero motociclista e veterano della guerra in Vietnam che va contro certi stereotipi».

La storia vera da cui arriva Senza lasciare traccia
Nel 2004 a Forest Park – un grande bosco vicino a Portland – furono trovati un uomo e la figlia. Vivevano da soli, nel bosco, da quattro anni. Andavano in città di rado: giusto perché lui rivendesse ad altri le medicine che gli venivano prescritte in quanto ex soldato affetto da disturbo da stress post-traumatico, così da poter poi comprare quel che serviva loro per vivere nel bosco. Vennero portati in città, dove ci si accorse, tra le altre cose, che la ragazza era più istruita e colta dei suoi coetanei che erano andati a scuola. Fu offerta loro una casa, lui iniziò a lavorare e lei era pronta per iniziare ad andare a scuola con i suoi coetanei. Dopo qualche settimana però sparirono, senza lasciare traccia. Peter Rock, autore del libro da cui è tratto il film, ha detto che si appassionò alla storia e aspettò per anni che i due venissero ritrovati. Non successe e decise di immaginarsi lui una storia sul dopo, che è anche quella raccontata nel film. Il film inizia quindi come la storia vera e poi succede molto altro.

Come è raccontata la storia
Secondo molti critici, Senza lasciare traccia ha il merito di far emozionare ma di farlo raccontando una storia semplice, in modo diretto ed essenziale. Non ci sono strani flashback sul passato del padre e, a parte qualche rapido cenno, non viene detto niente nemmeno della vita dei due prima del bosco, o anche solo dei quattro anni passati insieme nel bosco. In genere si sa quello che si vede dalle immagini, anche perché né padre né figlia parlano granché. Foster ha tra l’altro detto di aver lavorato insieme a Granik per rimuovere quasi la metà delle battute che il suo personaggio aveva in sceneggiatura. Come ha scritto David Sims sull’Atlantic, Senza lasciare traccia «evita molti degli stereotipi che lo spettatore si aspetterebbe da una storia di questo tipo».

Il film è anche molto efficace nel riuscire a far sì che, già dopo pochi minuti, lo spettatore si senta quasi a casa. Al punto che, quando i due vanno in città, la vista di ponti, strade, macchine e supermercati è straniante anche per chi guarda. Manohla Dargis, del New York Times, ha apprezzato in particolare come Granik riesca appunto a rappresentare gli spazi di azione dei suoi protagonisti:

Granik ha un dono per gli spazi cinematografici, che riesce a rendere vibranti, tattili e vivi […] In Senza lasciare traccia ci mette subito in mezzo a un bosco che è invitante, tranquillo, quasi utopico per tutte le possibilità che offre. “Guarda”, sembra dire allo spettatore, tutta questa bellezza incontaminata. Non vorresti farne parte?

Senza lasciare traccia ha un voto di 88 su 100 su Metascore ed è tra i pochi film ad aver raggiunto il 100 per cento sul popolare sito Rotten Tomatoes: vuol dire che delle quasi 200 recensioni di critici professionisti raccolte sul sito, tutte sono state considerate positive. Il sito riassume così l’opinione generale nei confronti del film: «Ha un approccio a basso profilo per raccontare una storia potenzialmente sensazionalistica – e trae grande vantaggio dalle brillanti interpretazioni di Ben Foster e Thomasin McKenzie».