Twitter dovrebbe eliminare i retweet
Migliorerebbe la qualità delle conversazioni riducendo l'ansia da prestazione di molti che vogliono solo farsi notare, dice l'Atlantic
A inizio settimana ha fatto molto discutere su Twitter un articolo pubblicato dal Telegraph nel quale si diceva che il CEO del social network, Jack Dorsey, stesse pensando di eliminare il tasto “Mi piace” (quello col cuoricino) nell’ambito di una riorganizzazione dei tweet per rendere “più sane” le conversazioni tra gli utenti. Twitter in seguito ha chiarito che per ora nessuna decisione è stata assunta in merito, confermando comunque di essere al lavoro per “ripensare tutto ciò che fa parte del servizio”. A tal proposito, Taylor Lorenz dell’Atlantic ha scritto un articolo proponendo una modifica molto più radicale: eliminare i retweet, la funzione più usata su Twitter per condividere e rilanciare i tweet degli altri utenti.
Twitter ha da tempo un serio problema legato alla grande litigiosità in alcune conversazioni tra i suoi utenti, senza contare gli innumerevoli casi di messaggi d’odio contro le minoranze (religione, genere, popolazione) che circolano spesso sul social network. Negli anni, l’azienda è intervenuta più volte per introdurre limitazioni e sistemi di controllo, alcuni hanno funzionato, mentre molti altri hanno lasciato il tempo che trovavano. Messaggi violenti e d’odio ottengono ampia diffusione proprio attraverso lo strumento dei retweet, nonostante Twitter abbia introdotto alcuni meccanismi nel suo algoritmo per mettere in evidenza ai singoli utenti contenuti basati sui loro interessi, privilegiando meno l’aspetto virale di un tweet. E proprio questo, scrive Lorenz, è un indizio di quanto possa essere marginalizzato il valore dei retweet, al punto da rendere il sistema superfluo.
Secondo Lorenz non ha senso che Dorsey e colleghi si mettano a ripensare il “Mi piace”, considerato che viene per lo più usato per mostrare apprezzamento e sostegno ad altri utenti, senza avere particolari effetti sulla circolazione o l’aggressività dei tweet. I retweet, invece, sono il più importante “mezzo di ricompensa” del social network e per questo hanno intossicato le conversazioni e il confronto. La continua ricerca di retweet induce spesso gli utenti a scrivere cose per farsi notare, esprimendo opinioni estreme e, nei casi peggiori, diffondendo notizie false. Molte persone usano proprio questi metodi, come la diffusione di falsità, per cercare di rendere virali i loro contenuti. “Se Twitter volesse davvero governare i meccanismi fuori controllo di autoricompensa, dovrebbe come prima cosa sbarazzarsi del tasto per fare i retweet”.
Il retweet dà l’illusione di partecipare e arricchire una conversazione, mentre in realtà offre banalmente un sistema per amplificare una cosa detta da qualcun altro, senza alcun intervento critico. Lorenz cita uno studio del Massachusetts Institute of Technology (MIT), pubblicato su Science, secondo il quale gli utenti di Twitter tendono a condividere con un retweet notizie false il doppio delle volte rispetto a quelle vere.
Lo strumento dei retweet fu inizialmente introdotto con l’obiettivo di migliorare il social network. L’idea era di offrire una soluzione per fare in modo che i contenuti di qualità si potessero diffondere più facilmente e velocemente sul social network, facendoli emergere dal rumore di fondo di tutte le conversazioni. Per Twitter era inoltre uno strumento ideale per aumentare l’interesse degli utenti, in modo da aumentare il loro tempo di permanenza sul sito.
Nonostante i retweet siano ancora centrali nell’interazione tra gli utenti, da oltre due anni Twitter ha di fatto integrato il sistema con molte altre soluzioni per decidere che cosa mostrare ai propri utenti. Salvo loro diversa indicazione, al classico ordine cronologico dei tweet si sono aggiunte sezioni e gerarchie per mostrare ai singoli utenti tweet più rilevanti, sulla base dei loro interessi e dei profili che seguono. L’ordine è deciso da algoritmi che tengono in considerazione molte altre variabili oltre a quella del numero di retweet.
Lorenz scrive che negli ultimi tempi si è registrata la tendenza da parte di molti utenti di liberarsi del retweet, o per lo meno del conteggio del numero di volte che un tweet viene condiviso, proprio per ridurre una certa ansia da prestazione e concentrarsi sui contenuti. Ci sono diverse estensioni per browser che nascondono i retweet e altri contatori di Twitter.
L’eliminazione dei retweet non implicherebbe naturalmente la fine delle ricondivisioni dei tweet sul social network. Prima che fosse introdotto questo sistema, gli utenti potevano già fare qualcosa di analogo ricopiando e ripubblicando il tweet di qualcun altro, citando l’autore all’interno del messaggio. Il sistema sarebbe però più macchinoso e potrebbe quindi disincentivare chi cerca di farsi notare a tutti i costi, spesso diffondendo contenuti violenti o notizie false, sostiene Lorenz.
Jack Dorsey negli ultimi anni ha dimostrato di essere molto attento al tema della violenza verbale e, più in generale, degli effetti che il suo social network può avere sulla società. Secondo molti osservatori, ha una visione molto più approfondita e articolata delle implicazioni sociali di servizi come Twitter rispetto a quella di Mark Zuckerberg, il CEO di Facebook, che solo dopo i recenti scandali legati alle interferenze russe nelle elezioni statunitensi e alla violazione della privacy degli utenti ha iniziato a prendere più seriamente il tema, dovendo fare i conti con un grande calo di fiducia dei suoi utenti.
Dorsey è riuscito a introdurre alcune novità per ridurre l’aggressività nelle conversazioni su Twitter e al tempo stesso non danneggiare la crescita del social network, che dopo anni difficili dal punto di vista economico inizia a rendere in modo stabile. Ma Dorsey tende a prospettare più cambiamenti ai 326 milioni di utenti mensili di Twitter di quanti ne metta poi in pratica, creando qualche incomprensione e deludendo le aspettative di chi vorrebbe azioni più incisive. Che Twitter decida di eliminare i retweet sembra comunque improbabile, mentre potrebbe esserci qualche possibilità nel nascondere per lo meno il conteggio dei retweet, cui molti utenti badano troppo.