Una volta Di Maio la pensava diversamente sul condono a Ischia

Nel 2017 diceva di essere molto contrario, oggi che è al governo le cose sono cambiate

Luigi Di Maio (Vincenzo Livieri - LaPresse)
Luigi Di Maio (Vincenzo Livieri - LaPresse)

Sta circolando online un video che mostra un passaggio di un comizio di Luigi Di Maio pronunciato il 23 agosto del 2017. Nel video Di Maio commenta l’ipotesi di proporre un condono edilizio per Ischia dissociandosene completamente, al punto da dire: «Cercate una mia proposta di legge di condono che riguarda Ischia o qualche altra regione: se la trovate mi iscrivo al PD». Oggi che Di Maio è capo del Movimento 5 Stelle, forza di maggioranza relativa in Parlamento, e vicepresidente del Consiglio, il governo ha introdotto nel decreto legge su Genova un articolo che permette un vasto condono edilizio proprio a Ischia.

La norma – infilata nel decreto Genova senza che abbia alcuna attinenza col crollo del Ponte Morandi – riguarda la ricostruzione delle case di Ischia distrutte dal terremoto dell’agosto del 2017, che uccise due persone e ne lasciò oltre 640 sfollate. L’aspetto controverso è un articolo che consente l’accesso ai fondi pubblici per la ricostruzione anche quegli immobili danneggiati che sono sotto esame per la richiesta di una sanatoria relativa a tre diversi condoni: uno del 1985, uno del 1994 e uno del 2003. Immobili costruiti abusivamente negli scorsi decenni a Ischia potrebbero quindi non solo essere sanati, ma la loro ricostruzione potrebbe essere finanziata dallo Stato.

A rendere ulteriormente contestata la misura è che viene consentito agli immobili abusivi di beneficiare delle condizioni della sanatoria del 1985 approvata dall’allora governo Craxi, che prevedeva vincoli più laschi rispetto ai due successivi. Il condono del 2003, poi, non fu approvato dall’allora governatore della Campania Antonio Bassolino. La misura interessa i tre comuni più colpiti, Casamiccola, Forìo e Lacco Ameno, dove secondo AGI sono 6.000 gli immobili che hanno presentato istanza di condono alle ultime tre sanatorie.