I preservativi che si lubrificano da soli

Hanno un rivestimento sperimentale che si attiva con i fluidi corporei e dura più a lungo: potrebbero ridurre la diffusione delle malattie sessualmente trasmissibili

Lubrificazione dei preservativi durante la loro produzione industriale (YASUYOSHI CHIBA/AFP/Getty Images)
Lubrificazione dei preservativi durante la loro produzione industriale (YASUYOSHI CHIBA/AFP/Getty Images)

Un gruppo di ricercatori della Boston University, negli Stati Uniti, ha sviluppato un sistema per rendere autolubrificanti e più confortevoli i preservativi in lattice. L’effetto è stato ottenuto applicando un rivestimento idrofilo che reagisce ai fluidi corporei durante l’amplesso per lubrificare il preservativo. I risultati della ricerca sono stati pubblicati sulla rivista scientifica della Royal Society e lo studio è stato finanziato dalla Bill and Melinda Gates Foundation, con la speranza di incentivare l’uso dei preservativi per ridurre la trasmissione del virus dell’HIV e delle altre malattie sessualmente trasmissibili.

L’impiego dei preservativi può risultare poco confortevole in diverse situazioni. Una scarsa lubrificazione, dovuta per esempio alla ridotta produzione di fluidi durante i rapporti sessuali, può portare a un eccessivo attrito sulle mucose dei genitali, con bruciori e irritazioni che riducono il piacere del rapporto. Un maggiore attrito fa inoltre aumentare il rischio di una rottura del preservativo, e rende più probabile che si sfili accidentalmente nel corso della penetrazione. Questi problemi disincentivano l’utilizzo dei preservativi, benché restino a oggi il sistema più sicuro per ridurre il rischio di contrarre malattie sessualmente trasmissibili.

Alcuni preservativi in commercio sono lubrificati, ma la qualità del lubrificante e la sua durata sono scarse. Per sopperire alla mancanza possono essere applicati lubrificanti durante il rapporto, che però finiscono un po’ dappertutto e rendono necessarie interruzioni durante l’amplesso.

Il nuovo rivestimento autolubrificante si attiva quando entra in contatto con i fluidi corporei, diventando estremamente scivoloso. I ricercatori spiegano che è molto persistente e mantiene il preservativo viscido per circa mille movimenti durante la penetrazione. In media un rapporto sessuale dura la metà, quindi ci sono ampi margini per mantenere la lubrificazione durante l’intero amplesso. Un preservativo classico con l’applicazione di un lubrificante dopo l’inserimento può risultare più scivoloso, ma la lubrificazione dura meno a lungo.

Benjamin G. Cooper et al., Royal Society Open Science

Il fatto che non sia da subito scivoloso al tatto rende inoltre l’inserimento del nuovo preservativo più pratico, spiegano i ricercatori. I risultati sperimentali ottenuti finora sono molto promettenti e, salvo imprevisti, all’inizio del prossimo anno dovrebbero iniziare i primi test con coppie di volontari. La Boston University sta inoltre provvedendo alla costituzione di una piccola azienda, che potrà produrre il preservativo e ottenere le autorizzazioni necessarie per metterlo in commercio.

Il rivestimento idrofilo usato nel preservativo è simile a quello impiegato da tempo in altri ambiti sanitari, per esempio per mantenere lubrificati i cateteri per le vie urinarie. Permette di inserirli più facilmente e riduce il rischio di irritazioni legate allo sfregamento. I nuovi preservativi potrebbero portare benefici analoghi, ma solo i test con le coppie di volontari potranno chiarire questo aspetto.

I preservativi sono molto utili per ridurre il rischio di contrarre malattie trasmissibili sessualmente, ma devono essere utilizzati con un po’ di attenzione. Oltre a controllare sempre che non siano scaduti, devono essere conservati con attenzione per evitare che si danneggino. Le confezioni possono essere tenute in tasca per brevi periodi di tempo, a patto di non avere chiavi, monete o altri oggetti che potrebbero danneggiarle. Un preservativo non deve essere mai riutilizzato e mentre lo si inserisce deve essere pizzicato dalla punta per evitare che si formino bolle d’aria, che aumentano il rischio di rotture. Per lubrificarli è meglio ricorrere ai prodotti venduti appositamente per questo scopo: creme e altri oli potrebbero rovinare il lattice.