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  • Martedì 16 ottobre 2018

Come ottenere attenzione sulle carceri

Con rivolte violente invece che con manifestazioni pacifiche, spiega Luigi Ferrarella sul Corriere: i giornali si occupano solo delle prime

Il carcere di San Vittore a Milano. (LaPresse - Vince Paolo Gerace)
Il carcere di San Vittore a Milano. (LaPresse - Vince Paolo Gerace)

Luigi Ferrarella sul Corriere della Sera di oggi scrive un commento su come la stampa e la politica abbiano reagito con diverse attenzioni alla protesta pacifica di diecimila detenuti e alla rivolta violenta di quindici persone, nei giorni scorsi, e ne deduce inevitabilmente e rassegnatamente che il modo migliore per protestare per le condizioni fuorilegge delle carceri italiane sia fare casino.

Diecimila detenuti – che nei mesi scorsi avevano scelto il metodo della non violenza attraverso lo sciopero della fame per chiedere allo Stato di cessare di essere esso stesso fuorilegge nel sovraffollamento, nella inadeguatezza delle cure sanitarie e nella carenza di percorsi di avviamento al lavoro – non hanno mai avuto un decimo dell’attenzione accordata invece dal Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria e dai mezzi di informazione ai “15 facinorosi” subito trasferiti dal carcere di Sanremo perché protagonisti di disordini rubricati a “rivolta” man mano che la dimensione dei fatti, sabato notte, lievitava di comunicato in comunicato nella rappresentazione di organizzazioni sindacali non sempre davvero rappresentative della polizia penitenziaria. Materassi incendiati e sedie scaraventate assicurano dunque più ascolto (agli occhi delle tv e delle istituzioni) di un impegno serio?

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