Settanta migranti sono stati soccorsi al largo di Lampedusa

Grazie all'intervento della Guardia costiera italiana, e dopo molte ore di incertezza e di pressioni della nave "Mare Jonio"

La nave "Mare Jonio" di Mediterranea (mediterranea.org)
La nave "Mare Jonio" di Mediterranea (mediterranea.org)

Nella notte tra venerdì e sabato un’imbarcazione di legno partita dalla Libia con a bordo 70 migranti è stata scortata dalla Guardia costiera italiana fino al porto di Lampedusa. I migranti erano stati per ore al centro dell’ennesimo scontro tra Italia e Malta, che nelle ore precedenti si erano attribuite reciprocamente la responsabilità di prestare soccorso alla barca in difficoltà.

Marco Mensurati, giornalista di Repubblica a bordo della nave “Mare Jonio” del progetto Mediterranea (raccontato qui), ha ricostruito quanto successo: ha scritto che venerdì sera Mare Jonio aveva ricevuto un messaggio di allerta dalle autorità di Malta, che le avevano dato le coordinate della barca in difficoltà ma avevano aggiunto di non avere mezzi a disposizione per prestare soccorso. Mare Jonio aveva cominciato la navigazione per raggiungere il barcone – circa quattro ore – mentre il parlamentare di Sinistra Italiana a bordo della nave, Erasmo Palazzotto, aveva cominciato a chiamare la Guardia costiera italiana e il ministero delle Infrastrutture per chiedere alle autorità di intervenire: aveva però ricevuto solo risposte negative. Scrive Mensurati: «Danilo Toninelli aveva il telefono staccato, e dunque il dossier era gestito dal capo di Gabinetto, Gino Scaccia. Il quale però non ha voluto andare oltre il concetto iniziale: “Acque maltesi-problema maltese”».

La situazione si è sbloccata solo quando l’imbarcazione in difficoltà è entrata effettivamente in acque di competenza italiana: a quel punto è intervenuta la Guardia costiera che ha scortato i migranti al porto di Lampedusa.