Le borse sono crollate e Trump ha detto che alla Federal Reserve «sono impazziti»

Secondo il presidente statunitense è colpa della banca centrale che sta alzando i tassi troppo in fretta

(MANDEL NGAN/AFP/Getty Images)
(MANDEL NGAN/AFP/Getty Images)

Dopo che ieri tutti i principali indici di borsa erano crollati, il presidente statunitense Donald Trump ha criticato clamorosamente e rumorosamente il rialzo dei tassi di interesse deciso della Federal Reserve, la banca centrale americana. Il rialzo dei tassi è in corso da molti mesi e nessuno lo reputa scandaloso, visto che l’economia statunitense sta crescendo moltissimo, ma Trump pensa che stia avvenendo troppo velocemente e prima di un comizio in Pennsylvania ha detto che «è una correzione attesa da tempo, ma con cui non sono affatto d’accordo. Penso che alla Fed siano impazziti».

Mercoledì l’indice Nikkei della borsa di Tokyo ha perso quasi il 4 per cento, Hong Kong ha perso il 3,25 per cento e Shanghai il 2,5 per cento, la perdita massima negli ultimi due anni. A Sydney la borsa ha perso quasi il 2 per cento tornando sui livelli più bassi da giugno. Lo stesso vale per la borsa statunitense: Wall Street ha perso più del 3 per cento, il peggior calo negli ultimi otto mesi; anche in Europa le borsa sono andate male. Secondo gli analisti il crollo delle borse si deve alle conseguenze che i dazi decisi da Trump sui prodotti cinesi stanno avendo soprattutto sulle società tecnologiche, che in questi anni hanno trainato la crescita del mercato finanziario, alle note preoccupazioni per il rallentamento della crescita economica cinese e a quelle per la stabilità dell’eurozona.