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  • Giovedì 4 ottobre 2018

Il primo ministro iracheno che scontenta – a metà – sia Stati Uniti che Iran

L'Iraq è senza governo dalle elezioni dello scorso maggio, ma ora le cose sembrano essersi sbloccate: in maniera inaspettata

Adel Abdul Mahdi (AP Photo/Karim Kadim)
Adel Abdul Mahdi (AP Photo/Karim Kadim)

Dopo quasi cinque mesi di stallo, iniziato con le elezioni generali di maggio, la situazione politica in Iraq potrebbe sbloccarsi presto. Il nuovo presidente, il curdo Barham Salih, ha dato l’incarico per formare un governo al politico sciita Adel Abdul Mahdi, una scelta che ha stupito diversi osservatori. Abdul Mahdi, infatti, viene considerato un politico indipendente e non fa parte del principale partito sciita iracheno, Dawa, che ha espresso tutti i primi ministri del paese dal 2005 a oggi; cosa ancora più rilevante, Abdul Mahdi non è il candidato favorito di nessuna delle due potenze straniere – tra loro rivali – che da anni condizionano in maniera massiccia la vita politica dell’Iraq, cioè Stati Uniti e Iran.

Abdul Mahdi ha 76 anni, è un economista e in passato ha ricoperto il ruolo di ministro del Petrolio e di vicepresidente: la Costituzione irachena dice che ora ha a disposizione 30 giorni per decidere la lista dei ministri e poi chiedere e ottenere la fiducia del Parlamento.

La nomina di Abdul Mahdi ha stupito diversi osservatori, soprattutto a causa delle forti pressioni che l’Iraq stava subendo da Stati Uniti e Iran. Entrambi i paesi hanno grande influenza sulla politica irachena e già in passato erano stati in grado di condizionare in maniera decisiva le scelte politiche del governo di Baghdad. Alle ultime elezioni, per esempio, avevano appoggiato candidati diversi. Il favorito degli Stati Uniti era il primo ministro uscente, Haidar al Abadi, considerato un moderato e primo candidato sciita a fare comizi in aree a maggioranza curda e sunnita. La preferenza dell’Iran, invece, era finita su due candidati: Nuri al Maliki, predecessore di Abadi e responsabile di molte politiche settarie nei confronti della minoranza sunnita irachena, e Hadi al Amiri, leader di una potente milizia sciita molto vicina al governo iraniano.

Secondo diversi analisti, il presidente Salih avrebbe affidato l’incarico di formare un governo ad Abdul Mahdi per evitare una nuova grave crisi politica nel paese. Abdul Mahdi sembra essere un candidato di compromesso, che ha rapporti cordiali con gli Stati Uniti e la cui nomina allo stesso tempo non è osteggiata dall’Iran. Se dovesse ricevere la fiducia dal Parlamento, Abdul Mahdi si troverebbe subito ad affrontare diversi problemi seri e complicati, tra cui gli strascichi delle grandi proteste della scorsa estate nella città di Basra, nel sud dell’Iraq, un apparato amministrativo pervaso dalla corruzione e una situazione economica piuttosto grave.