La società che vuole diventare la Tesla dei tapis roulant

È Peloton, nota per una cyclette da 2mila euro, e promette di rivoluzionare un oggetto che non è mai cambiato troppo

(Peloton)
(Peloton)

I tapis roulant non sono cambiati granché negli ultimi anni, forse anche decenni. Sono stati aggiunti gli schermi, poi gli schermi sono migliorati un po’ insieme ai materiali su cui si corre e la tecnologia che permette di farlo. Ma, come ha fatto notare Bloomberg, il principio di base è sempre quello dei primissimi tapis roulant, inventati in età Vittoriana dall’ingegnere William Cubitt, per dare qualcosa da fare ai prigionieri (che a volte erano però obbligati a usarli). Nonostante le tante e oggettive migliorie dei decenni successivi – per esempio nell’assorbimento dell’energia scaricata sul rullo mentre si corre – i tapis roulant hanno ancora quel problema di base: rendere interessante l’idea di sudare senza spostarsi, “rimbalzando” su un tappeto scorrevole.

Ci sono però alcune società che vogliono provare a cambiare, per quanto possibile, il mercato dei tapis roulant, che ha un valore complessivo di oltre un miliardo di euro. Alcune aziende, come Studio e Aaptiv, stanno puntando sul software, offrendo ricchi e dettagliati cataloghi di piani di allenamento; altre, come Zwift sull’offerta di esperienze interattive, in cui si corre contro altri, non contro se stessi (la società è nota soprattutto per la sua app che permette, con una bici da corsa e degli appositi rulli, di competere su certi percorsi con altri utenti). Altre società puntano sulla comodità, con tapis roulant che occupano poco spazio, o sulla praticità: il tapis roulant pieghevole Mini-Walk, della società cinese IPO Sports, adatta ad esempio la sua velocità in base alla corsa di chi lo sta usando, e non viceversa.

Bloomberg ha però individuato in Peloton, una società fondata a New York nel 2012, la società che ha prodotto il tapis roulant più avanzato possibile: quello con le migliori tecnologie e funzioni per provare a non pensare al fatto che si sta sudando, al chiuso, rimbalzando su un rullo scorrevole. Il CEO è John Foley, che ha 47 anni ed è stato CEO di Evite.com e di Barnes & Noble online, il sito della grande catena di librerie statunitensi. Dice di ispirarsi a Apple, a Tesla e «altre piattaforme software e hardware che sono verticalmente integrate, arrivano direttamente al consumatore e stanno rivoluzionando i loro rispettivi mercati». Peloton ha raccolto circa un miliardo di dollari di finanziamenti, ha 900 dipendenti e circa 32 punti vendita nel mondo, che secondo la brand manager Laura Petro seguono “l’approccio Tesla”: «Probabilmente non entrerai nel punto vendita uscendo con un tapis roulant, ma è un ottimo posto per provarlo». Prima di lanciare il suo tapis roulant – in commercio da ottobre– Peloton si è fatta notare per le sue avanzate cyclette, che costano circa duemila dollari l’una.

Il tapis roulant di Peloton costerà invece poco meno di quattromila euro, perché: ha uno schermo HD da 32 pollici con un impianto audio che viene definito “immersivo”, un rullo composto da 59 parti di alluminio e gomma, appositamente studiate – con un sistema brevettato da Peloton, di cui però non si conoscono molti dettagli – per garantire un maggiore comfort nella corsa (chi l’ha provato dice che si nota). I tapis roulant offrono anche svariate metriche per analizzare il proprio esercizio e la possibilità di partecipare a lezioni interattive, per variare il ritmo, seguire i consigli di un istruttore, alternare la corsa ad altri esercizi (Peloton vende anche dei pesi) e confrontare i propri risultati con quelli di altri utenti. I tapis roulant di Peloton hanno anche delle manopole, anziché dei pulsanti: basta sfiorarle leggermente per aumentare o diminuire inclinazione e velocità: ma lo si può fare anche con lo schermo touch o selezionando una delle impostazioni personalizzate.

Parlando delle manopole, Foley ha detto: «Nessuno vuole pigiare venti volte lo stesso pulsante per correre più veloce». Foley ha detto a Bloomberg: «Gli attrezzi da palestra fanno parte di una categoria che è stata molto sonnolenta, e non sì è saputa evolvere. A volte capita ancora di vedere davanti a sé schermi con dei pallini che si riempiono man mano che ti avvicini alla fine. È un’interfaccia che c’è dal 1979».

Peloton sta registrando 7mila ore di lezioni e punta a trasmettere in live streaming fino a 10 lezioni al giorno. Foley ha spiegato di puntare alle palestre, ma anche ai privati: perché la società offre anche pesi e corsi personalizzati per far diventare Peloton il centro del proprio allenamento su più parti del corpo, da sostituire all’abbonamento in palestra.