Le foto di lunedì a Venezia

Quelle di Willem Dafoe e José Mujica sono due delle facce più interessanti fotografate ieri al festival del cinema

Julian Schnabel e Willem Dafoe al photocall di At Eternity's Gate al Festival di Venezia, 3 settembre 2018
(ALBERTO PIZZOLI/AFP/Getty Images)
Julian Schnabel e Willem Dafoe al photocall di At Eternity's Gate al Festival di Venezia, 3 settembre 2018 (ALBERTO PIZZOLI/AFP/Getty Images)

Due delle facce più interessanti fotografate lunedì a Venezia sono quelle di Willem Dafoe e José Mujica. Il primo è noto per i suoi ruoli da cattivo e perché, tra le tante altre cose, vive a Roma in piazza Vittorio. Il secondo, che ha 83 anni, per essere stato un politico oggettivamente atipico, molto di sinistra e pauperista. Dafoe ha recitato in At eternity’s gate; Mujica è protagonista di El Pepe, una vida suprema, un documentario fuori concorso di Emir Kusturica. Tra le prime proiezioni di oggi c’è anche La profezia dell’armadillo, tratto dall’omonimo fumetto di Zerocalcare, uscito nel 2012.

Accusadadel regista argentino Gonzalo Tobal, parla di come cambia la vita di una studentessa dopo che la sua amica viene assassinata e i sospetti ricadono su di lei. Tobal ha detto: «Nel corso degli ultimi anni, mi ha sbalordito vedere con quanta fascinazione seguiamo i casi di cronaca nera proposti dai media. E sono doppiamente sbalordito considerando che, a dispetto della consapevolezza del fenomeno e della sua costruzione, non riesco a sottrarmi al suo effetto».

At eternity’s gate è diretto dal regista e pittore Julian Schnabel ed è un insieme di scene ispirate a dipinti di Vincent Van Gogh, «eventi della sua vita comunemente accettati come fatti realmente accaduti, dicerie e scene completamente inventate». Schnabel ha detto: «Questa non è una biografia del pittore realizzata con precisione scientifica. È un film sul significato dell’essere artista. È finzione, e nell’atto di perseguire il nostro obiettivo, se tendiamo verso la luce divina, potremmo addirittura incappare nella verità. L’unico modo di descrivere un’opera d’arte è fare un’opera d’arte».