Il governo del Myanmar ha respinto l’inchiesta ONU che chiedeva di processare per genocidio i capi dell’esercito

Una bambina rohinyga in un campo profughi del Bangladesh, 28 agosto 2018
(Paula Bronstein/Getty Images)
Una bambina rohinyga in un campo profughi del Bangladesh, 28 agosto 2018 (Paula Bronstein/Getty Images)

Zaw Htay, portavoce del governo del Myanmar, ha respinto le conclusioni del rapporto della missione indipendente istituita dal Consiglio dei diritti umani delle Nazioni Unite. Nel rapporto della missione ONU si dice che il capo dell’esercito del Myanmar e altri alti funzionari militari dovrebbero essere processati per genocidio, crimini contro l’umanità e crimini di guerra contro i rohingya, minoranza etnica di religione musulmana che abita le zone occidentali del paese.

Sul quotidiano ufficiale del paese, Zaw Htay ha detto: «Non abbiamo permesso alla missione di entrare in Myanmar, motivo per cui non accettiamo alcuna risoluzione dal Consiglio per i diritti umani». Ha anche detto che è stata creata una «commissione di inchiesta indipendente» da parte del governo del paese per rispondere alle «false accuse delle agenzie delle Nazioni Unite».

Il rapporto delle Nazioni Unite critica anche Facebook, che avrebbe dato spazio e diffusione all’odio contro i rohingya. Facebook «ha risposto con lentezza e in modo inadeguato», c’è scritto nel rapporto. Dopo la sua pubblicazione, Facebook ha annunciato di aver sospeso diversi account di persone e gruppi, compreso quello del generale Min Aung Hlaing, il comandante in capo dell’esercito. Il portavoce del governo ha criticato la decisione di Facebook dicendo che ostacola il processo di «riconciliazione nazionale».