Negli Stati Uniti si potranno scaricare gli schemi per produrre pistole con stampanti 3D
Legalmente, da domani, dopo che il principale distributore ha vinto una causa con il dipartimento di Stato
Da mercoledì primo agosto un’organizzazione no profit del Texas potrà ufficialmente pubblicare online gli schemi per stampare una pistola con una stampante 3D, cioè quelle macchine per realizzare oggetti su scala non industriale. L’organizzazione si chiama Defense Distributed, e a giugno ha vinto una causa contro il governo ottenendo il permesso di pubblicare gli schemi a partire da domani. Lunedì nove stati americani, più il District of Columbia, hanno fatto causa in un tribunale di Seattle per chiedere all’amministrazione Trump di impedire la pubblicazione degli schemi. A guidare la causa è stato il procuratore generale dello stato di Washington Bob Ferguson.
A capo di Defense Distributed c’è Cody Wilson, una figura nota nel settore dei sostenitori delle armi da fuoco, che aveva fatto causa al dipartimento di Stato nel 2015, quando il suo primo tentativo di distribuire online gli schemi per le stampanti 3D era stato bloccato. Il dipartimento di Stato aveva deciso per il ritiro degli schemi ritenendoli in violazione delle leggi sulle esportazioni, perché diffondevano tecnologie militari sensibili. Dato che gli schemi erano scaricabili anche all’estero, qualcuno avrebbe potuto costruirsi una pistola in uno stato al quale gli Stati Uniti non vendono armi.
Wilson sostenne che era un’intrusione nella sua libertà di espressione e che a essere diffusi erano soltanto codici, e non vere pistole: alla fine gli è stata data ragione, e Wilson ha avuto il permesso di distribuire gli schemi in qualunque forma. Il governo americano si è anche fatto carico dei 40mila dollari di spese legali di Wilson.
In moltissimi sono preoccupati che la pubblicazione legale di schemi per stampare le pistole possa avere conseguenze molto gravi sugli incidenti, sui crimini e sulle stragi commessi con le armi da fuoco. Le pistole prodotte in questo modo, principalmente in plastica, sarebbero praticamente irrintracciabili, e non risulterebbero ai controlli di background della polizia. I procuratori generali di 21 stati americani hanno scritto al segretario di Stato Mike Pompeo perché fermi la pubblicazione degli schemi.
In Pennsylvania le autorità statali sono riuscite a ottenere un divieto temporaneo che impedisce ai residenti di scaricare i modelli. Josh Shapiro, il procuratore generale dello stato, ha sottolineato che se le pistole prodotte con le stampanti 3D finissero per le strade della Pennsylvania sarebbe impossibile recuperarle. Wilson ha detto che si opporrà al divieto e che non è preoccupato per sé, «ma per le persone della Pennsylvania».
Defense Distributed ha in realtà iniziato già nei giorni scorsi a pubblicare online i propri schemi, compresi quelli di un fucile semiautomatico AR-15, quello utilizzato nella strage alla Marjory Stoneman Douglas High School in Florida lo scorso febbraio. Lo schema è stato scaricato già 2.500 volte. La più diffusa e semplice arma da fuoco realizzabile con le stampanti 3D è però la Liberator, disegnata da Defense Distributed e i cui schemi furono scaricati oltre 100mila volte nel 2013, nei due giorni in cui rimasero disponibili. Sono armi che si possono produrre senza numero di serie, possono essere prodotte da minorenni, possono essere introdotte oltre la maggior parte dei normali controlli di sicurezza, e possono sparare proiettili speciali che possono essere mortali. Nonostante negli ultimi anni la pubblicazione degli schemi sia stata illegale, sono recuperabili online in modo relativamente facile. Le stampanti necessarie per realizzare queste armi sono comunque molto costose, nell’ordine di diverse migliaia di dollari, e quindi poco diffuse.
Nello stato di New York i parlamentari hanno annunciato una legge per richiedere che chi pubblica online gli schemi abbia una licenza speciale e registri le armi. I Democratici hanno detto che proporranno al Congresso statunitense una legge che proibirà la diffusione di schemi di armi realizzabili con le stampanti 3D che non possono essere rilevate nei normali controlli di sicurezza.