Macron sul caso Benalla: «Il responsabile sono io»

Il presidente francese ha parlato infine dello scandalo che da qualche giorno agita la politica francese

Emmanuel Macron con Alexandre Benalla, Le Touquet, 17 giugno 2017 (PHILIPPE HUGUEN/AFP/Getty Images)
Emmanuel Macron con Alexandre Benalla, Le Touquet, 17 giugno 2017 (PHILIPPE HUGUEN/AFP/Getty Images)

Il presidente della Francia, Emmanuel Macron, ha parlato per la prima volta in pubblico del “caso Benalla”, dal nome del suo addetto alla sicurezza che lo scorso primo maggio era stato filmato a Parigi con un elmetto della polizia mentre trascinava per la strada e colpiva in modo violento due manifestanti durante un corteo. Il caso ha portato all’apertura di tre diverse inchieste (una giudiziaria, una interna alla polizia e una parlamentare) e sta creando molti problemi politici sia al ministro dell’Interno che allo stesso presidente, accusati di essere stati a conoscenza dei fatti e di aver cercato di gestire la questione in modo troppo morbido e poco trasparente.

Finora Macron non era intervenuto sul caso Benalla, ma martedì 24 luglio ne ha parlato davanti ad alcuni parlamentari che lo sostengono e ai ministri del suo partito, invitati a una serata organizzata in occasione della fine della sessione parlamentare. Macron, secondo un lungo virgolettato riportato da Le Monde, ha detto:

«Ciò che è accaduto il primo maggio è grave, serio. È stata per me una delusione, un tradimento. Nessuno, nessuno tra i miei collaboratori o nel mio gabinetto è stato mai protetto o sottratto alle regole, alle leggi della Repubblica, al diritto che vale per tutti i cittadini. Se cercano un responsabile, il solo e unico responsabile sono io. Sono io ad aver avuto fiducia in Alexandre Benalla. Sono io ad aver confermato la sanzione. Questa non è la Repubblica dei capri espiatori, la Repubblica dell’odio. Non si può essere un capo solo nella buona sorte. Se vogliono un responsabile, è davanti a voi. Che lo vengano a cercare. Rispondo al popolo francese».

Quando Macron ha parlato di “sanzione” si riferiva al fatto, molto criticato, che pur sapendo delle violenze commesse da Benalla, l’Eliseo lo avesse solo sospeso temporaneamente dai suoi incarichi di funzionario. Al suo rientro Benalla era stato sollevato dall’organizzazione della sicurezza del presidente della Repubblica: era rimasto comunque un dipendente dell’Eliseo, ma gli era stato assegnato (così ha detto il portavoce dell’Eliseo) un ruolo amministrativo e la responsabilità di occuparsi solamente degli eventi all’interno dell’Eliseo stesso. Nonostante questo, però, ci sono foto e video successivi alla decisione che mostrano Benalla accompagnare ancora il presidente Macron. Dopodiché la procura di Parigi aveva aperto un’inchiesta preliminare contro Benalla, interrogandolo, accusandolo formalmente di cinque reati e mettendolo in stato di fermo. Solo a quel punto l’Eliseo aveva fatto sapere che lo avrebbe licenziato.