Colonia sul Po, Guastalla, 1931 <a href="https://www.touringclub.it">Touring Club Italiano</a>

D’estate andavamo in colonia

Foto vintage di grandi gruppi di bambini portati al mare per l'estate, dall'archivio del Touring Club Italiano

Nel 1822 l’ospedale di Lucca cominciò a mandare sulla spiaggia di Viareggio, per brevi periodi, gruppi di bambini di strada poco in salute, nella speranza che le loro condizioni migliorassero: nacquero così le colonie estive, la cui idea evoca probabilmente nella nostra mente immagini di grandi gruppi di bambini con cappellini uguali sulle spiagge di Emilia-Romagna e Toscana.

Le foto a seguire vengono dall’archivio del Touring Club Italiano, l’associazione turistica italiana, e si possono trovare online sul sito di Digitouring. Mostrano colonie estive in Emilia-Romagna, al mare o lungo il Po: bambini alle prese con la sensazione di fare cose da grandi, lontani da casa, a occupare le giornate giocando tutti insieme e creando quei ricordi che accomunano più o meno tutte le esperienze di quel genere.

Durante tutto l’Ottocento le colonie ebbero più che altro la forma di ospizi di mare o di montagna, destinati soprattutto a bambini che soffrivano di tubercolosi delle ossa. Con il fascismo cominciarono ad avere ovvi fini educativi e di propaganda, anche per bambini non malati, fino ad arrivare agli anni del Dopoguerra, quando assunsero sempre più scopi ricreativi.
Spesso i servizi delle colonie erano offerti e finanziati dai comuni, che chiedevano alle famiglie un basso contributo economico, consentendo di mandare i figli in vacanza anche a chi non poteva permettersele; oppure venivano offerte dalle grandi aziende come Fiat ed Eni per i figli dei dipendenti.

A partire dal 2014 il Touring Club Italiano ha iniziato un progetto di digitalizzazione del suo grande archivio: una parte delle sue fotografie, riviste storiche, carte geografiche e altri materiali d’archivio si possono vedere online, suddivisi in sezioni tematiche. Dalla fondazione – nel 1894, a Milano – il Touring Club Italiano si è occupato di turismo e viaggio: a fine Ottocento iniziò a proporre ai suoi soci gite in bicicletta; nel 1914 ci fu il primo viaggio organizzato di gruppo; nel 1922 il primo campeggio in montagna e così via, documentando il modo di viaggiare dell’epoca con riviste e libri. È da qui che proviene la gran parte delle immagini dell’archivio fotografico, che comprende 350mila stampe dalla fine dell’Ottocento agli anni Settanta del Novecento: nell’archivio online ne trovate una prima selezione di settemila, insieme ad altri materiali che raccontano un secolo di turismo.

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