Barack Obama a Johannesburg il 17 luglio 2018 (AP Photo/Themba Hadebe)

Barack Obama ha parlato a una cerimonia per Nelson Mandela, e ha citato la nazionale francese di calcio

«Non tutti quei ragazzi somigliano ai Galli. Ma sono francesi. Sono francesi»

Barack Obama, ex presidente degli Stati Uniti, ha pronunciato oggi il discorso più importante della cerimonia che si è tenuta a Johannesburg, in Sudafrica, per celebrare il centenario della nascita di Nelson Mandela. Durante il suo discorso, in cui ha parlato del valore della democrazia e dei suoi pesi e contrappesi, Obama ha ovviamente insistito molto sulla necessità di non discriminare le persone sulla base delle loro caratteristiche innate, come l’etnia o l’orientamento sessuale, e ha citato esplicitamente la nazionale di calcio francese campione del mondo, piena di calciatori di etnia mista e con doppia nazionalità.

«Qualcuno diceva che le divisioni politiche basate sul colore della pelle sono completamente artificiali. E che quando sarebbero scomparse, sarebbe scomparso anche il dominio di un’etnia sull’altra. Era Nelson Mandela. Lo diceva nel 1964, quando io avevo tre anni. Quello che era vero allora, è vero anche oggi. Le verità fondamentali non cambiano.

È una verità che può essere abbracciata dagli inglesi, dagli indiani, dai messicani, dai Bantu, dai Luo, dagli americani. È una verità che sta alla base di tutte le grandi religioni del mondo: che dovremmo trattare gli altri come vorremmo che gli altri trattassero noi, che dovremmo vedere noi stessi nel prossimo, che dovremmo riconoscere che abbiamo speranze e sogni comuni. È una verità incompatibile con ogni forma di discriminazione per ragioni di etnia, di religione, di genere o di orientamento sessuale. Ed è una verità che, una volta abbracciata, fornisce vantaggi concreti a tutti: perché permette alla società di godere a pieno dei talenti e delle energie e delle capacità di tutte le persone. Se avete ancora dei dubbi, chiedete alla nazionale francese di calcio che ha appena vinto i Mondiali. Non tutti quei ragazzi somigliano ai Galli. Ma sono francesi. Sono francesi».

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